2 giugno 2011

Allarme per l'uso di antibiotici negli allevamenti: grave pericolo per la salute pubblica

redazione SSNV   
Antibiotici negli allevamentiDue recentissime pubblicazioni, una targata USA e un'altra relativa invece all'Europa, ci dimostrano per l'ennesima volta quanto sia preoccupante l'uso e l'abuso di antibiotici negli allevamenti intensivi, prassi ormai consolidata e in continuo aumento. I due nuovi studi confermano la pericolosità di un uso così estensivo di antibiotici, non a scopo curativo ma "preventivo" o di mero promotore dell'accrescimento più veloce degli animali: il problema di base è che in questo modo si sviluppano ceppi di batteri resistenti a uno o più antibiotici, e dunque quando è necessario curare una reale malattia infettiva, che sia negli animali o nell'uomo, gli antibiotici non sono più efficaci, con grave pericolo per la salute e con un significativo aumento del numero di decessi. 
Lo studio europeo è stato pubblicato dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nell'aprile 2011 e si intitola "L'antibiotico resistenza da una prospettiva di sicurezza alimentare in Europa". Già nell'introduzione il dossier spiega come gli antibiotici abbiano rivoluzionato il trattamento delle malattie infettive, ma che il loro uso e abuso ha causato lo sviluppo e la diffusione dell'antibiotico-resistenza. Questo è diventato oggi un problema significativo: ogni anno, nella sola Unione Europea, oltre 25.000 persone muoiono per infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici, vale a dire ceppi di batteri che nel corso del tempo si sono "adattati" in modo tale da risultare immuni all'effetto di uno o più antibiotici. 
Il dossier dell'OMS sottolinea che questo è anche un problema di sicurezza alimentare: l'uso di antibiotici negli animali d'allevamento - per la cura e la prevenzione di malattie o per l a promozione della crescita - contribuisce in modo sostanziale alla comparsa di batteri resistenti e consente ai batteri portatori dei geni responsabili di tale antibiotico-resistenza di diffondersi dagli animali agli umani attraverso la catena alimentare. 
Lo studio statunitense è stato pubblicato sempre nell'aprile sulla rivista scientifica "Clinical Infectious Diseases" e si intitola "La resistenza multipla dello Staphylococcus aureus nella carne in USA". In esso i ricercatori spiegano come circa la metà di tutti i prodotti carnei (compreso il pollame) venduti negli Stati Uniti siano contaminati da un tipo di batterio, chiamato Staphylococcus aureus, che risulta tra le maggiori cause di infezioni nel mondo. Tale batterio ultimamente è stato oggetto di studio a causa della crescente mortalità associata all'antibiotico resistenza, in particolare resistenza multipla, in quanto un nuovo ceppo, l'ST398, è resistente a diversi antibiotici e colonizza le persone che lavorano nel settore degli allevamenti. Vari studi hanno già dimostrato un'alta prevalenza di ceppi di tale batterio con resistenza multipla in allevamenti in Europa, Canada e USA. 
Il nuovo studio ha valutato la presenza di S. aureus antibiotico-resistente in vari campioni di carni di 80 marche diverse in 26 negozi a Chicago, Washington, D.C., Los Angeles, Fort Lauderdale, Flagstaff. I batteri si trovavano soprattutto nella carne di tacchino, di maiale, di pollo e di manzo. Nei prodotti infetti, oltre la metà, il 52%, presentava il ceppo antibiotico-resistente del batterio, rivelando così una situazione decisamente preoccupante. In precedenza erano già state svolte indagini da parte del sistema di monitoraggio nazionale sulla resistenza antimicrobica, che aveva indicato come la carne fosse spesso contaminata da ceppi resistenti a diversi farmaci dei batteri Campylobacter, Salmonella, Enterococcus ed Escherichia coli. 
Questo scenario è abbastanza grave da far capire, al pubblico e alle istituzioni di ogni livello, quanto sia necessario cambiare modello alimentare, e diminuire in modo drastico il consumo di carne e altri alimenti di origine animale: l'uso massiccio di antibiotici è infatti sempre più necessario negli allevamenti, perché gli animali sono tenuti in condizioni di tale affollamento e di sofferenza fisica e psicologica che non sarebbero in grado di sopravvivere senza farmaci e sostanze chimiche di vario genere. Non è realisticamente possibile mantenere gli attuali ritmi di produzione e allo stesso tempo cambiare le condizioni di allevamento in modo da non rendere più necessari antibiotici ed altri farmaci. 
Solo il passaggio a un'alimentazione a base vegetale, iniziando fin da subito con una drastica diminuzione dei consumi di carne, pesce, latte e uova, può eliminare questo problema, che sta costando la vita a un numero sempre maggiore di persone e che, se non risolto in tempo, può portare a catastrofi di portata ben maggiore. 
Questa è una responsabilità non solo delle istituzioni, ma anche dei singoli cittadini: ciascuno sceglie "cosa mangiare" e le scelte alimentari sono l'arma più potente che abbiamo come singoli per salvaguardare la salute nostra, della collettività, del pianeta e degli animali. 

Fonti: 
Waters AE, Contente-Cuomo T, Buchhagen J, et al. Multidrug-resistant Staphylococcus aureus in US meat and poultry. Clin Infect Dis. Published ahead of print April 15, 2011:doi:10.1093/cid/cir181. 
Dossier Organizzazione Mondiale della Sanità: Tackling antibiotic resistance from a food safety perspective in Europe, aprile 2011 

Comunicazione a cura di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana SSNV e NEIC, Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione 
http://www.scienzavegetariana.it - info@scienzavegetariana.it 
http://www.nutritionecology.org - info@nutritionecology.org 
cell. 3336705842
 

Achtung! Ambientalisten!

Sonia Toni   
Attenzione, ambientalistiPoveri noi. Noi ambientalisti intendo. Da quando il governo Berlusconi impazza (è proprio il caso di definirlo così) veniamo tacciati dei crimini più orrendi.
Diciamo no alle centrali nucleari, agli inceneritori, alla TAV, agli ogm, alle centrali a carbone, alla caccia, alla guerra ecc.
Pensate dove arriva la nostra nefandezza! 

Vogliamo a tutti i costi un ambiente sano in cui vivere e far vivere i nostri cari e sappiamo di poterlo realizzare perché le alternative a quanto sopra, ci sono eccome.
Vogliamo una classe politica che finalmente abbia a cuore i bisogni reali delle persone e che (ahimè!) sia disponibile a rinunciare a qualche privilegio (ne hanno talmente tanti che non se ne accorgerebbero neppure) in favore di questa comunità di poveri mortali senza la quale, però, non esisterebbero nemmeno loro e tanto meno i loro privilegi.
Noi criminali ambientalisti vorremmo che i governanti facessero accordi con le industrie che costruiscono certe strutture, eventualmente solo dopo aver chiesto il parere di scienziati e medici che, possibilmente, non siano sul libro paga delle industrie stesse.
Come può, ad esempio, un Comune, chiedere lumi sulla sicurezza e sanità di un impianto di incenerimento dei rifiuti, alla stessa azienda che lo costruisce (coi soldi nostri) e sul quale lucra abbondantemente? Quale obiettività potrà mai esserci nei rapporti stilati da tecnici stipendiati da questa azienda?
In pratica è quello che vuole fare questo governo sul nucleare: fermarsi per un annetto circa e poi ripartire con l’atomo, non senza aver avuto prima il beneplacito dell’industria che costruisce centrali nucleari. Il massimo della trasparenza, non c’è che dire.
Ricapitolando brevemente: il governo Berlusconi se ne frega della salute dell’ambiente e – di conseguenza – della nostra; vuole le centrali nucleari, gli inceneritori, la TAV, gli ogm, le centrali a carbone, la caccia, la guerra, ecc: però i terroristi siamo noi.

Beppe Grillo dal 1993 a oggi: ecco perchè possiamo fidarci

Era il 1993. Beppe Grillo torna in video dopo 5 anni di esilio. Seconda serata, Rai Uno in diretta dal teatro delle Vittorie "in" Roma. Lo spettacolo è presente su You Tube, non ha molte visite, ed è un peccato perchè la visione di quello spettacolo - che riportiamo qui in basso - aiuterebbe molto a capire la situazione politica attuale e il cosìddetto "fenomeno Beppe Grillo".
Qualcuno in questi giorni ha scritto: Beppe Grillo è come Berlusconi. E forse è proprio vero. Nel 1993 stavamo per consegnare l'Italia a uno dei due. Da una parte l'editore-imprenditore senza scrupoli e con tanto pelo nello stomaco, dall'altrauna persona che parlava a nome di tutti, che chiedeva rispetto e non profitto, che parlava di riutilizzo, non di consumo, che se mostrava un seno lo faceva nel modo più tenero e naturale, nel gesto di una madre che allatta, non ammiccante stretto dentro un bikini che pubblicizza qualcosa.
Ecco, noi, 18 anni fa, abbiamo permesso cheBeppe Grillo, l'unico italiano che parlava davvero in difesa della dignità delle persone, secondo una vera coscienza comune ambientale e sostenibile, il più sincero e tenace nemico dei furbetti di ogni caratura che ci han rubato il futuro, fosse cacciato fuori dalle nostre vite per sempre.
Qualcuno, e sappiamo bene chi, non solo e non tanto Berlusconi, ha deciso che quell'uomo andava allontanato. Quello che diceva erapericoloso. Se la gente avesse iniziato a pensare, a farsi delle domande prima di acquistare, a chiedere prima di votare o pagare, ci sarebbero stati molti, ma molti meno soldi facili da intascare. E allora via Grillo, seppellitto, ostracizzato dalla tvche sarebbe stato un mezzo favoloso se solo fosse stato usato per aprire le menti delle persone e non per maciullarle sotto tonnellate di cazzate, di bugie, di tette.
E Grillo se ne è andato. Probabilmente, se invece si fosse candidato in quel momento, con malcontento e le rabbia di quegli anni post Tangentopoli, avrebbe ottenuto un plebiscito di preferenze e a quest'ora racconteremmo un'altra storia. In quel momento nessuno pensava a Grillo come a un "qualunquista" o un approfittatore, tutti lo vedevano come uno dalla parte della gente e non del sistema. Una parabola simile a quella di Antonio Di Pietro che, dopo aver demolito la prima repubblica fondata sulla corruzione assieme al pool di Mani Pulite, non si è candidato subito perchè - da persona onesta qual è - ha voluto difendersi dalle centinaia di accuse (tutte cadute nel niente) fuori dalle istituzioni. Anche lui, se si fosse candidato in quel momento, con gli italiani a scandire il suo nome per le strade, tra striscioni e caroselli d'auto, avrebbe ottenuto un'elezione con percentuali bulgare...
E oggi? Cos'è successo? Perchè Grillo e Di Pietro sono considerati mediamente due malfattori dalla gente comune? Non si sono macchiati di alcun crimine, non hanno cambiato di una virgola le loro posizioni, hanno continuato a dire e chiedere le stesse cose, eppure li vota circa il 10% degli italiani. Il perchè è semplice ed è da ricercare nella macchina di opinione pubblica chiamata mass media. Giornali e televisioni, ovviamente, non sono nocivi per natura. Sono come un coltello che può essere usato per sbucciare una mela, e quindi migliorare la nostra vita, oppure uccidere un'altra persona.  In questi 18 anni i mezzi di comunicazione, soprattutto la televisione, è stata usata come un cannone puntato sui cervelli degli italiani per spararci dentro menzogne, falsità e cose inutili per paralizzarci il pensiero e impedirci di scegliere il meglio per noi e il futuro dei nostri figli e di mettere in atto quelle iniziative che ci avrebbero offerto una qualità della vita migliore.
Oggi, con il panorama dei mezzi di comunicazione che cambia, con il pallino dell'agenda quotidiana non più in mano a pochi potenti, i contenuti, la coerenza e la trasparenza tornano ad avere un peso. Il peso delle persone, la massa critica che premia o distrugge, esalta o infanga, senza limitazioni, in maniera libera e indipendente secondo la coscienza collettiva. Ecco allora che proprio personaggi come Grillo, Di Pietro, Travaglio, Vendola, coloro che non hanno scheletri nell'armadio diventano protagonisti e si accende una speranza.
Certo, averci pensato 18 anni fa...

Giuseppe Rizzo

Dopo le amministrative la Rete ora toglie il bavaglio sui referendum


Il Fatto Quotidiano

La Rete toglie il bavaglio agli elettori e permette di costruire campagne dal basso, con effetti domino che il potere non controlla. E la partita referendaria su internet si annuncia ancor più intensa e virale delle amministrative appena concluse. “Sull’onda lunga della vittoria del centrosinistra e della campagna elettorale di Milano, sul web assistiamo a un esplosione di creatività sui quesiti del 12 e 13 giugno”, spiega Antonio Sofi, esperto di web e autore di Agorà su Raitre.

La scintilla è stata l’ultima tornata di amministrative e in particolare la campagna di Giuliano Pisapia i cui militanti hanno rilanciato dal basso gli errori del candidato sfidante, Letizia Moratti: dal colpo basso andato in onda nel faccia a faccia a SkyTg24 fino al tormentone di Sucate nato suTwitter, i simpatizzanti hanno rilanciato con ironia gaffe e bugie dei programmi elettorali incassando migliaia di click e ‘mi piace’.

E visto il successo, l’entusiasmo online si è esteso anche ai quesiti referendari. In rete infatti si moltiplicano le iniziative per invitare alla partecipazione o a votare sì, con un particolare interesse per il nucleare e l’acqua pubblica. Gli esempi sono tanti: dal video di Piotta per Greenpeacefino alla campagna “Dimmi di sì” del WWF” e al reality di ipazzisietevoi, il Grande Fratello pro referendum. Ma anche l’iniziativa San Tommaso is back, partita dalla cantautrice Pilar che promette di esibirsi gratuitamente a urne chiuse per chi è andato a votare. Un’idea che recepita a effetto domino anche da negozi e attività commerciali che offriranno gadget, buoni sconto e drink all’esibizione della tessera elettorale timbrata. Le adesioni su facebook sono migliaia e grazie al vademecum chiunque può aderire.

A questi si aggiungono i progetti online per ‘boicottare il boicottaggio’ e raggiungere il quorum, comeBattiquorum -io non mi astengoReferendum. E c’è anche chi si preoccupa di stuzzicare i media tradizionale a informare i cittadini come ValigiaBlu, che ha pubblicato una lettera aperta indirizzata al silenzio di Rai e Mediaset intorno ai quesiti referendari.

“L’Italia sta sperimentando il giocattolo della comunicazione politica sul web”, prosegue Sofi che ricorda la forza virale dei video. “Iovoto.eu, ad esempio, chiama a testimoniare attori e personaggi famosi. Sono pillole caricate su YouTube per ricordare l’importanza di andare alle urne. E hanno un effetto dirompente in Rete”. L’entusiasmo è aumentato dopo avere sperimentato le comunali milanesi, ma l’appuntamento del 12 e 13 giugno è ancor più coinvolgente e ‘dal basso’. Infatti il referendum affronta temi cari ai cittadini che impattano sulle loro vite e non sulla scelta di un amministratore pubblico. In particolare le iniziative online per il Si su acqua e nucleare, prosegue Sofi, “porteranno ad un aumento trasversale della creatività fra i cittadini, anche a ridosso delle votazioni”.

Se in rete tanti siti ad hoc invitano ad andare a votare, è pur vero che le pagine facebook e i video che danno indicazioni di voto sono tutti orientati verso il SI. “Il centrosinistra è molto più evoluto sul web rispetto allo schieramento avversario”, spiega Diego Destro, blogger del seguitissimo Daw. “In più, trascinati dalla vittoria dei ballottaggi hanno moltiplicato le iniziative per il SI, forti di staccare di gran lunga gli avversari politici, almeno in Rete. E la differenza di forze e impegno – chiosa- è vergognosa”.
Nonostante questo, Destro ritiene che la comunicazione sul web non sia in grado di cambiare leopinioni dei lettori. “Le campagne online, per quanto coinvolgenti, non spostano neanche un voto e si rivolgono a chi è già interessato a quei temi. Ma in Rete danno risultati. Lo abbiamo visto per Pisapia: una massa unita e compatta contro i pochi sul web del centrodestra. Uno squilibrio di forze impareggiabile”, spiega. E a funzionare di più, anche per la campagna referendaria, sonofacebook e twitter, seguite da video virali rilanciati in rete o da testate nazionali. Che fanno informazione quando i media tradizionali tacciono. “Senza internet, nessuno parlerebbe dei quesiti referendari”, conclude Destro. E senza Rete a Milano avrebbe vinto la Moratti? “Difficile dirlo. Certamente non sarebbe nato il personaggio di Giuliano Pisapia”.        


 Eleonora Bianchini                               
 Fonte :: ilfattoquotidiano.it                                                                                                                                         






Festa della Repubblica, Berlusconi fischiato (DIRETTA TV)

ROMA - Festa della Repubblica, uffici e scuole chiuse, Roma blindata per la fascistissima sfilata di uomini e mezzi militari. Molti vedono questo appuntamento, anche se in occasione dei 150 anni della Repubblica, come un inutile sfoggio di ipocrisia. La buona notizia, però, è che Silvio Berlusconi - come ormai avviene in maniera sistematica - è stato fischiato pesantemente dalla folla. Ormai il buon Silvio non può farsi vedere da nessuna parte che viene ricoperto di insulti e fischi. Berlusconi, onde evitare di prendere anche botte, ha così deciso di percorrere il tragitto dall'Altare della Patria al palco delle autorità sui Fori Imperiali nell'auto blindata e non a piedicome previsto in un primo momento, tanto è l'amore che nutre il suo popolo per lui.
Per il resto abbiamo assistito a una sfilata dileader internazionali con le mani sporche di sangue davanti ai quali i nostri poveri militari, battuti da un sole cocente e stretti in divise pesantissime, hanno pure dovuto rendere onore: dal presidente russo Medvedev a quello israeliano Peres, dal numero uno del finto governo afghano Hamid Karzai al vicepresidente Joe Biden, tutta gente che un giorno sarà ricordata per quello che sono: nemici dell'umanità. Per non parlare della schiera di deputati e senatori dalla fedina penale sporca che si pavoneggiavano in tribuna.
Per quanto riguarda la cronaca della giornata, alle 13 le delegazioni si trasferiranno a Villa Pamphili, dove il premier Silvio Berlusconi incontrerà in un trilaterale Medvedev e Biden. Successivamente il presidente del Consiglio vedrà anche il presidente dell'Unione europea Herman Van Rompuy e quello afgano Hamid Karzai, sperando che non ci faccia fare le solite figure di merda.
Dalle 18 gran galà al Quirinale, con il concerto e la cena offerti dal Capo dello Stato in onore delle delegazioni.

Giuseppe Rizzo



E. Coli, la Russia vieta l’importazione di ortaggi

Timori per il batterio killer

Mosca - La Russia ha bandito oggi l’importazione di verdure crude dall’Unione europea a causa dell’epidemia di E.coli in Germania, una mossa definita «sproporzionata» da Bruxelles. La Germania ha spiegato che l’infezione, che ha ucciso 17 persone e ne ha fatte ammalare altre 1.500 in otto paesi europei, potrebbe andare avanti per mesi e la causa non essere mai trovata. La Russia ha già vietato l’importazione di verdura da Germania e Spagna a causa dell’epidemia, per la quale i tedeschi avevano inizialmente accusato i cetrioli spagnoli, ritenuti contaminati, prima di ritrattare e scusarsi con Madrid.
Il capo dell’agenzia russa Rospotrebnadzor per la protezione dei consumatori, Gennady Onishchenko, ha detto che le morti provocate dall’epidemia «dimostrano che le lodate leggi sanitarie europee, che la Russia è stata esortata ad adottare, non funzionano», secondo quanto scritto dall’agenzia Interfax. Il nuovo divieto è in vigore da stamani e ha portato ad un’immediata protesta da parte dell’Ue, che nel 2010 ha esportato verdure in Russia per un valore di 594 milioni di euro. La Spagna ha minacciato azioni legali per la crisi, chiedendo risarcimenti per i suoi agricoltori, che denunciano 200 milioni di euro di perdite a settimana per le mancate vendite e il rischio di mandare in fumo 70.000 posti di lavoro.
Reinhard Burger, capo dell’agenzia tedesca per il controllo delle malattie Robert Koch institute (Rki), ha ammesso oggi che la fonte precisa dell’epidemia potrebbe anche non essere mai trovata. «Penso che il numero (dei casi) calerà ma non so quanto ci vorrà, non sono sicuro», ha detto alla radio Bbc. «Potrebbero volerci settimane o mesi e non sono sicuro che troveremo davvero la fonte». L’Rki ha riferito ieri di 365 nuovi casi di E.coli, un quarto dei quali con una complicazione potenzialmente mortale.
La denuncia di Coldiretti - L’Italia esporta in Russia ortaggi e legumi per 4,4 mln di euro l’anno messi ora a rischio «per effetto dell’assurdo divieto imposto all’import di verdure da tutti i paesi dell’Ue, a seguito dell’epidemia causata dal batterio E. coli 0104». È quanto denuncia la Coldiretti, secondo cui «l’allarmismo ingiustificato» creato attorno ai cetrioli ha già provocato «una psicosi in tutta Europa che ha colpito le esportazioni nazionali di ortofrutta, con perdite di 20 mln in una settimana». Dopo che le analisi delle autorità sanitarie europee hanno scagionato i cetrioli senza individuare al momento il fattore scatenante dell’epidemia, il divieto imposto dalla Russia - sottolinea la Coldiretti - rappresenta «una misura unilaterale e generalizzata del tutto inopportuna destinata peraltro a generare allarmismo e a far salire i danni subiti dagli incolpevoli produttori nazionali».


Partite truccate in serie A, B e Lega Pro: Signori tra i leader dell'organizzazione criminale

Beppe Signori all'uscita della Questura di Bologna (Ansa)Un dossier di oltre 600 pagine firmato dal Gip di Cremona Guido Salvini. E un autentico tsunami che si abbatte sul calcio italiano. Perchè dimostra come tra novembre dell'anno scorso e aprile del 2011 un'organizzazione criminale di 16 persone abbia falsato i risultati di partite di serie A, B e Lega Pro. Arrivando a far somministrare ai calciatori un farmaco a loro insaputa, il Minias, per rallentarne i riflessi, al punto che alcuni di loro accusarono misteriori malori negli spogliatoi.
Organizzazione divisa in gruppi - Il gruppo criminale, stando alle indagini svolte negli corsi mesi, era suddiviso in diversi rami. C'è quello dei Milanesi, quello degli Zingari, quello degli Albanesi e infine quello dei Bolognesi, di cui è considerato leader Beppe Signori, ex bomber della Nazionale, finito agli arresti domiciliari.  Raggiunto da alcuni giornalisti l'ex giocatore della Lazio e del Bologna non ha rilasciato dichiarazioni. "Ma non avete pietà in questa situazione? - ha detto - Abbiate pietà. Io non posso dire nulla, incontrerò il mio legale e poi parlerà lui per me". Come hanno dimostrato le indagini, esisteva un vero e proprio tariffario per addomesticare i risulati delle partite. Per le partite di serie A venivano stanziati 400mila euro, per quelle di B, 120mila, per la Lega Pro 50mila. I bolognesi invece pretendevano titoli bancari a copertura delle giocate.
Doni e Bettarini tra gli indagati - Ai domiciliari anche i calciatori dell'Ascoli Vittorio Micolucci e Vincenzo Sommese, mentre in carcere è finito Gianfranco Parlato, ex giocatore di serie B e C, attualmente collaboratore del Viareggio calcio. Tra i 28 indagati a piede libero figurano invece l'ex calciatore di serie A, ex marito di Simona Ventura e conduttore di "Quelli che che il calcio" Stefano Bettarini e Cristiano Doni, beniamino dei tifosi dell'Atalanta, con un passato in Juve e in nazionale. Secondo gli inquirenti l'organizzazione si assicurava affari fino a diverse centinaia di migliaia di euro a partita. Le indagini della squadra mobile di Cremona hanno infatti scoperto che l'organizzazione era in grado di condizionare i risultati di alcuni incontri per poi effettuare puntate di consistenti somme di denaro attraverso i circuiti legali delle scommesse sia in Italia che all'estero.

Il processo a Mubarak e figli avrà inizio il 3 agosto

Hosni MubarakPesanti i capi di imputazione nei confronti dell'ottantaduenne ex presidente egiziano, accusato della violenta repressione contro i manifestanti che ha provocato oltre ottocento morti e migliaia di feriti.

Per la prima volta nella storia dell'Egitto un suo ex leader dovrà comparire davanti alla giustizia. Toccherà all'ex rais Hosni Mubarak e ai suoi due figli Gamal e Alaa, convocati davanti alla corte d'assise del Cairo il 3 agosto. Pesanti i capi di imputazione nei confronti dell'ottantaduenne ex presidente egiziano, accusato della violenta repressione contro i manifestanti che ha provocato oltre ottocento morti e migliaia di feriti. Per questo capo di imputazione Mubarak rischia la pena capitale.

L'ex rais con i suoi due figli verrà anche giudicato per arricchimento illecito e per abuso di potere. Con loro è stato rinviato a giudizio il businessman Husseim Salem, molto vicino alla famiglia Mubarak e accusato di essere arricchito e di avere goduto di grandi privilegi proprio per la sua vicinanza al cuore del potere egiziano. Ma l'imprenditore non si presenterà davanti ai giudici perchè è fuggito dall'Egitto subito dopo la rivoluzione che ha rovesciato Mubarak l'11 febbraio. Poco dopo l'annuncio della data della prima udienza è arrivata la reazione degli Usa. Il segretario di Stato Hillary Clinton ha auspicato che il processo contro Mubarak e ai suoi due figli sia «giusto». «Continuiamo a sottolineare che procedure appropriate devono essere seguite per tutti i processi e in particolare per questo che sarà certamente pieno di tensione», ha affermato la Clinton.

La decisione di fissare la data per il processo probabilmente servirà a disinnescare la protesta di piazza che ancora invoca un procedimento rapido contro l'ex presidente e la sua famiglia. Rimane, però, l'incognita sul trasferimento di Mubarak dall'ospedale internazionale di Sharm el Sheikh, dove è ricoverato da metà aprile, dopo un malore durante il suo primo interrogatorio. L'equipe medica, che lo ha visitato dopo il suo rinvio a giudizio la scorsa settimana, ritiene che le condizioni di salute dell'ex presidente rendano impossibile un suo trasferimento alla prigione di Tora al Cairo, dove da oltre un mese sono rinchiusi Gamal e Alaa.

In un incontro ieri con i giovani della rivoluzione il ministro dell'Interno Mansour el Easswi ha, però, assicurato che i preparativi sono in corso per allestire l'ospedale della prigione, nel caso arrivasse un via libera al trasferimento da parte del procuratore generale. Sabato scorso, intanto, è arrivata la prima sentenza nei confronti di Mubarak. La corte amministrativa del consiglio di Stato egiziano ha condannato l'ex rais per il black out imposto a Internet e agli sms dei cellulari nei primi giorni della rivoluzione. Per il danno provocato all'economia per quella decisione tesa a disattivare la capacità di mobilitazione dei manifestanti attraverso i social network, Mubarak è stato condannato a pagare una multa di duecento milioni di lire egiziane, pari a circa venti milioni di euro. E questo, hanno precisato i giudici, dal suo patrimonio personale.

Referendum: questi i 4 quesiti sulle schede il 12 e 13 giugno Il Pd: "Il 12 giugno votate Sì". La Cassazione dà il via libera alla consultazione sul nucleare.




Referendum: questi i 4 quesiti sulle schede il 12 e 13 giugno

Il Pd: "Il 12 giugno votate Sì". La Cassazione dà il via libera alla consultazione sul nucleare.

Monia Cappuccini
Adesso è ufficiale: il 12 e 13 giugno saranno 4 i referendum su cui si potrà votare. Anche quello sul nucleare. L'ufficio elettorale della Corte di Cassazione ha stabilito, infatti, che le modifiche apportate dal governo alle norme sul nucleare non precludono la celebrazione della consultazione popolare. 
La Cassazione ha quindi confermato che i cittadini potranno esprimersi sul quesito depositato a suo tempo dall'Idv, che va ad aggiungersi agli altri tre su acqua e legittimo impedimento. 
Eccovi, quindi, i 4 quesiti referendari.



Il quesito sulla scheda rossa

Il quesito della scheda rossa (referendum n. 1) è inerente alle modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici di rilevanza economica.
In particolare, si chiede l’abrogazione dell’art. 23 bis (dodici commi) della legge n. 133/2008, secondo cui la gestione del servizio idrico può essere affidata a soggetti privati attraverso gara o a società a capitale misto pubblico-privato; in entrambi i casi il privato detiene almeno il 40% del capitale.
La preferenza dei SI terrebbe lontani i privati dalla gestione pubblica del servizio idrico.  

 

Il quesito della scheda gialla

Abrogazione parziale invece per il referendum n. 2 sull’acqua pubblica contenuto nella scheda gialla, con cui si chiede l'abrogazione dell’articolo 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006, per quel che riguarda la parte che sostiene la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato “in base all’adeguata remunerazione del capitale investito”.
In base alla normativa vigente, un gestore può caricare sulla bolletta fino al 7% in più senza che questo venga investito per migliorie sull’infrastruttura.


Le centrali nucleari sulla scheda grigia

Referendum n. 3, scheda grigia, costruzione di nuove centrali per la produzione di energia nucleare, promosso dall’Italia dei Valori.
Dopo la marcia indietro del Governo, a seguito del disastro a Fukushima, è la consultazione più a rischio.
Salvo contrordini dell’ultima ora, il quesito chiede l’abrogazione dell’art. 7, comma 1, lettera d (realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare) contenuto nel decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sulle disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria. Votando SI si impedisce di fatto la realizzazione di nuovi impianti sull’intero territorio nazionale. 

 

Sulla scheda verde il "legittimo impedimento"

Scheda verde chiaro per la quarta e ultima consultazione popolare, anch’essa sostenuta dall’Italia dei Valori, tocca il tema della giustizia. Meglio conosciuto come “legittimo impedimento”, si esprimono sull’abrogazione di una delle leggi ad personam, in particolare l'articolo 1 (commi 1, 2, 3, 5, 6) della legge 7 aprile 2010 numero 51 recante "disposizioni in materia di impedimento del Presidente del Consiglio e dei Ministri a comparire in udienza penale".

 
 

Quorum più facile

E ci sono più speranze ora di raggiungere il quorum, dopo molti anni che questo tipo di consultazione elettorale è vanificata per la mancanza di partecipazione da parte del 50% più uno di elettori che servono a farne valere l'esito.
Infatti, il vento è cambiato dopo le amministrative e, a giudicare dall’entusiasmo che si respira in giro, c’è da credere che continuerà a tirare aria di svolta ancora per i prossimi 15 giorni.
Comunque, fino al 12 e 13 giugno saranno giorni da battiquorum.
Acqua, legittimo impedimento, nucleare: bastano quattro sì per affossare definitivamente il governo Berlusconi.
 
 

L'entusiasmo del comitato promotore

La sentenza della Suprema corte è stata accolta naturalmente con entusiasmo anche dal comitato promotore e dalle associazioni ambientaliste che maggiormente si sono battute in queste settimane, da Greenpeace, al Wwf a Legambiente. "Questa volta le furberie alle spalle degli italiani non passano. La Cassazione censura l'arroganza del governo e riconsegna nelle mani dei cittadini il diritto a decidere sul nucleare e del proprio futuro", commentano dal quartier generale di 'Vota Sì per fermare il nucleare'.

 

Il Pd: "osteniamo la campagna per il Sì"

 
Anche il leader del Pd Pierluigi Bersani è caricato dal pronunciamento della Cassazione: "La conferma del quesito sul nucleare è una notizia eccellente, i trucchi del governo sono stati ancora una volta smascherati. Il Pd che ha sempre contrastato le assurde scelte del governo sul nucleare, è impegnato con tutte le sue forze a sostenere la campagna per il 'sì' e invita tutte le sue organizzazioni territoriali a mobilitarsi in occasione del 12 e 13 giugno". 
 
 
 

Il Pdl lascia libertà di voto sul nucleare agli elettori di centro-destra

 
Il Pdl, che finora ha cercato di svuotare in ogni modo la consultazione referendaria, fa una repentina giravolta e dà libertà di voto per il referendum sul nucleare: è l'indicazione che l'Ufficio di presidenza del Pdl si accinge a dare stando all'anticipazione del vice presidente della Camera Maurizio Lupi.
Lupi ha spiegato che sarebbe sbagliato caricare la consultazione di significato politico. "Decideremo oggi una libertà di voto da parte degli aderenti al Pdl perché non vogliamo caricare di importanza politica il referendum", ha detto Lupi.
"Io - ha aggiunto - personalmente non andrò a votare": e questo non sorprende, perché uno dei modi per far fallire i referendum è far mancare il quorum. 

 

La soddisfazione di Mdc

“Questa sentenza riafferma pienamente il diritto dei cittadini a esprimere il proprio voto e conferma come la legge approvata alla Camera nei giorni scorsi con il voto di fiducia non fosse altro che un tentativo maldestro di raggirare 40 milioni di elettori italiani”, è la dichiarazione soddisfatta dell’avvocato Gianluigi Pellegrini, che per il Movimento Difesa del Cittadino (Mdc) ha presentato il parere pro veritate presso la Corte, che ne ha accettato tutte le motivazioni, in incidenza al decreto Omnibus approvato dal Parlamento.
L’Mdc, ovviamente, attiverà il tam tam informativo in tutte le sue strutture locali per far sì che venga raggiunto il quorum il giorno del referendum.

 

Prossimo obbiettivo il voto

Dopo il colpo inferto al centro-destra al primo turno delle amministrative e il ko dei ballottaggi di ieri, il prossimo obiettivo da centrare, per molti italiani, è il raggiungimento del quorum e la prevalenza dei SI. Ciò che fino a ieri sembrava un sogno, oggi ha tutti i numeri per poter diventare realtà. L’opposizione riacquista entusiasmo, ci crede come si era mai visto da anni e rilancia la partita per l’apertura di una nuova fase politica.

Berlusconi e la fiducia degli italiani


“Mi auguro un’altra vittoria dei cittadini italiani: raggiungeremo il quorum e avremo quattro sì”, ha affermato la presidente del Pd Rosy Bindi, mentre il segretario Pier Luigi Bersani mobilitava il suo partito ad amministrative ancora in corso.
"Berlusconi deve lasciare il governo perché ha perso la fiducia dei cittadini e la perderà definitivamente con il referendum del 12 e 13 giugno” ha dichiarato ieri da Napoli il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro.
Vola ancora più in alto Nichi Vendola, trionfatore del ballottaggio di Milano: “Da domani - ha detto da Milano subito dopo la vittoria di Pisapia - si comincia, il prossimo obiettivo è Palazzo Chigi, liberare l’Italia”.

 

Anche Fini a favore del quorum

Ci mette del suo per il raggiungimento del quorum anche Gianfranco Fini. Sebbene il suo partito, Futuro e Libertà, non abbia dato indicazioni di voto, l’ex numero due del Pdl a votare ci andrà eccome, “come cittadino che non vuole rinunciare alle sue prerogative”, convinto che “confidare nell’astensionismo credo sia la scelta peggiore che può fare una politica lungimirante”.


Milano ha i suoi 5 referendum

Con ancora addosso i postumi della sbornia per l’elezione del nuovo sindaco Giuliano Pisapia, all’ombra della Madonnina ci si prepara per un altro Election Day.
Oltre ai referendum nazionali, il 12 e 13 giugno i milanesi sono chiamati ad esprimersi su altre questioni di carattere ambientale: la riduzione del traffico e dello smog attraverso il potenziamento dei mezzi pubblici, l’estensione dell’ecopass e la pedonalizzazione del centro; il raddoppiamento degli alberi e del verde pubblico insieme alla riduzione del consumo del suolo; la tutela della Darsena e la conservazione del futuro parco dell’area Expo; il risparmio energetico e la riduzione della emissione di gas serra; la riapertura del sistema dei Navigli milanesi. In tutto cinque referendum consultivi, su cui spicca il quesito numero 1, ovvero il tema spinoso dell’Ecopass.

Dall’Ecopass alla Congestion Charge


La proposta è di convertire la tassa in Congestion Charge, vale a dire in un ticket esteso anche a chi transita sulla circonvallazione esterna della città; con i soldi ricavati, l’amministrazione si propone di potenziare il sistema dei mezzi pubblici. Dopo essersi tinta di rosso con il ballottaggio di domenica, con altri cinque SI Milano si appresta a diventare un po’ più verde, ma per la prima volta dopo vent’anni il colore non sarà più associato alla bandiera leghista.

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