29 maggio 2011

Zeitgeist: the Movie - web film del 2007 diretto da Peter Joseph

Zeitgeist: the Movie è un web film non profit basato su teorie del complotto del 2007, diretto, prodotto e distribuito da Peter Joseph; è uscito in lingua inglese sottotitolato in diverse lingue, tra cui l'italiano e successivamente doppiato anche in italiano. Del film sono stati fatti due sequel: Zeitgeist: Addendum e Zeitgeist: Moving Forward.
È un documentario diviso in tre parti, apparentemente distinte ma rivolte verso un unico messaggio:
  • La prima parte tratta della religione cristiana come mito, comparando la storia del Cristo con quella di diverse religioni precedenti, in particolare con il mito di Horus. Così facendo propone una lettura astrologica della Bibbia.
  • La seconda parte rivisita gli attentati dell'11 settembre 2001 in chiave cospirazionista, i possibili artefici dell'attentato, chi possa averne tratto beneficio e se potevano essere evitati.
  • La terza parte traccia un filo conduttore tra i grandi conflitti bellici che hanno coinvolto gli Stati Uniti, partendo dalla prima guerra mondiale sino alla seconda guerra del golfo, riconducendo il tutto alle logiche affaristiche dei maggiori cartelli bancari statunitensi e al ruolo principale della stessa Federal Reserve.

Versione sottotitolata Italiano 



Versione doppiata in Italiano 




    Introduzione

    Il film sembra avere come bersaglio l'integralismo cristiano delle chiese riformate americane delle quali critica pesantemente l'opposizione all'evoluzione e la loro discendenza dallaChiesa cattolica romana, che in parte sarebbe un'elaborazione dell'antica religione solare romana. È inoltre fortemente critico nei confronti dell'appoggio incondizionato dato dai cristiani statunitensi alla guerra dell'ex-presidente George W. Bush e il collateralismo al Partito Repubblicano con i suoi legami con gruppi bancari che l'opera ipotizza essere oscuri detentori del potere mondiale e addirittura finanziatori di Adolf Hitler. Tra gli altri argomenti, si parla anche del microchip RFID, che potrebbe un giorno essere impiantato sotto pelle alle persone come sostituto del denaro e della carta di credito.

    Struttura

    [modifica]Parte I: "La più grande storia mai raccontata"

    La Parte I prende in esame le credenze cristiane stabilite nella Bibbia e ne critica la storicità. Il titolo (The Greatest Story Ever Sold) è un riferimento al film di George Stevens La più grande storia mai raccontata (The Greatest Story Ever Told), con un gioco di parole tra told ("raccontata") e sold ("venduta, gabellata").

    [modifica]Ipotesi sul mito di Gesù

    Nella prosecuzione dell'ipotesi sul mito di Gesù, questa parte del film sostiene, su studi storici non comunemente accettati in ambito accademico, come quello sostenuto da D. M. Murdock nel suo libro The Christ Conspiracy, che il Cristo della storia sia un ibrido letterario ed astronomico e che la Bibbia si basi su principi astronomici documentati da molte antiche civiltà, specialmente pertinenti al movimento del Sole attraverso il cielo e le costellazioni. Il film specificamente menziona i collegamenti storici tra Gesù Cristo e la divinità egizia solareHorus. Secondo questo film, la religione ed i miti in generale possono essere impiegati per indurre le persone ad osservare principi di bontà o a ricordare eventi astronomici importanti e ricorrenti, ma in fin dei conti, se la maggior parte delle persone credono in qualcosa di fittizio, possono cadere nel pericolo di sopprimere la propria coscienza critica ed essere controllati (oppure oppressi).
    Il film evidenzia tutte le narrazioni in comune riguardo alle principali divinità solari (HorusMitraDioniso, etc.), segnalando, ad esempio, come abbiano la loro data di nascita tradizionale fissata al 25 dicembre, tre giorni dopo il solstizio d'inverno.[1]
    D'altra parte la data del 25 dicembre, che celebrava la festa del Sol Invictus (istituita da Aureliano[2]), nell'anno 330 d.C. (dopo la battaglia di Ponte Milvio) venne scelta dall'imperatoreCostantino I per accorpare la sua religione solare a quella cristiana.[3] Nell'anno 337 questa data venne ufficializzata da papa Giulio I. Questa decisione non è stata accettata dai cristianicopti e ortodossi, che celebrano la nascita di Gesù il 7 gennaio.
    In base a calcoli di Clemente Alessandrino (libro Stromata a.D. 200 circa) si arriva a date che da novembre arrivano a gennaio;[4] in effetti Clemente colloca la nascita di Gesù «194 anni, un mese, 13 giorni prima della morte dell'imperatore Commodo (31 dicembre 192)», calcolandola al 3 a.C.[5] oppure al 2 a.C.[6][7][3][8][9]

    Parte II: "Tutto il mondo è un palcoscenico"

    In base a teorie presentante nella Parte II, si sostiene che gli Stati Uniti fossero stati avvertiti da più parti sull'incombere degli attentati dell'11 settembre 2001, e che lo stesso sistema di coordinamento dei radar del NORAD fosse stato deliberatamente messo in confusione attraverso la programmazione di wargame che per l'appunto inscenavano diversi attacchi terroristici contro bersagli civili e militari eseguiti con aerei di linea. In questo modo i veri aerei dirottati avrebbero potuto raggiungere i loro bersagli anche dopo più di mezz'ora dal primo attacco. Inoltre propone un'ipotesi su come i grattacieli del World Trade Center avrebbero potuto essere distrutti con una demolizione controllata.

    Cover-up dell'undici settembre

    Inoltre, il film sostiene che ben sei dei cosiddetti dirottatori siano ancora in vita, e cerca di dimostrare che fosse impossibile per il pilota Hani Hanjour riuscire nel compito di far volare ilBoeing 757 (attentato al Pentagono dell'11 settembre 2001) nella traiettoria verso il Pentagono.
    Infine conclude sostenendo un insabbiamento della verità nel Rapporto della Commissione sull'11 settembre da parte dell'Amministrazione Bush, e una sorta di carenza di approfondimento da parte dei mezzi di comunicazione più importanti riguardo alle indagini tecniche e giudiziarie. Questa sezione sostiene apertamente che il 9/11 venne orchestrato «per togliere i diritti civili dei cittadini in modo di permettere ad una presunta organizzazione di potere (Illuminati) di ottenere guadagni dalle spese in armamenti e con la conquista dei pozzi petroliferi».

    Parte III: "Non badate agli uomini dietro le quinte"

    Secondo la Parte III, potentissimi banchieri porterebbero avanti una cospirazione dall'inizio del Novecento, in modo da arrivare alla dominazione del mondo e così aumentare la propria ricchezza e potenza. Le loro società avrebbero utilizzato la loro ricchezza per aumentare il panico finanziario, provocando molteplici crisi delle borse, causando (mediante la diffusione di voci allarmistiche tramite la stampa che controllano) il fallimento di molte piccole banche indipendenti concorrenti, dando luogo al loro consolidamento e fusione o accorpamento alle più grosse istituzioni che questi manovratori occulti controllerebbero.

    Il complotto del voto elettronico

    Il film presenta la teoria del complotto elettronico e sostiene che la Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti, sarebbe stata creata per rubare la ricchezza della nazione (tra le altre tesi cospirazioniste, ricorda la presunta correlazione fra la firma nel 1963 da parte del Presidente John Fitzgerald Kennedy di una risoluzione per autorizzare la convertibilità dell'argento, in modo di rendere il Dipartimento del Tesoro indipendente dai prestiti della Fed, e il suo omicidio). Sostiene che le guerre combattute dagli USA abbiano portato immensi profitti a pochi magnati. Ipotizza che l'obiettivo di questi banchieri possa essere quello di raggiungere la supremazia mondiale su un pubblico facilmente controllabile e ricattabile.

    Fine del dollaro, unione di Canada, Messico ed USA

    In questa sezione del film si ipotizza l'esistenza di un movimento occulto per cambiare la Costituzione statunitense e porre fine al dollaro mediante la sua crisi ed infine, dopo il crack economico, disoccupazione e disordini, l'instaurazione di un governo autoritario e la progressiva fusione degli Stati Uniti, del Canada e del Messico in una costituenda Unione Nordamericana[10], un superstato simile all'Unione Europea, che avrà un'unica moneta, l'amero, e che, secondo quello che sostiene il film, assieme ad una ventura Unione Africana ed alla ancora molto futuribile Unione Asiatica, potrebbero un giorno essere gradualmente fusi nel Governo Mondiale Unico. Il film conclude immaginando che, sotto questo tipo di governo, ad ogni essere umano potrebbe essere impiantato un microchip RFID che, con l'apparente sembianza di un più sicuro documento di riconoscimento, potrebbe essere anche utilizzato per monitorare gli individui e sopprimere il dissenso. Nonostante tutto, il film si conclude in modo ottimistico, confidando che tramite la presa di coscienza mondiale del complesso di questi fatti si possa arrivare al rovesciamento di queste forze oscure, che in gran parte trarrebbero la loro forza dall'essere in ombra e dal mascherare i propri obiettivi e manovre. Infine queste forze oppressive verranno rovesciate e si avrà il trionfo definitivo della rivoluzione.

    Osservazioni e critiche

    • Anche se il film ha attirato un certo interesse nel pubblico della rete[11], un articolo di copertina sul settimanale The Stranger di Seattle ha evidenziato che Zeitgeist si basa soltanto su evidenza aneddotica[12], mentre altre pubblicazioni l'hanno criticato per l'utilizzo di citazioni di libri, commenti a voce, notizie e videoclip senza fornire l'esatta indentificazione della fonte e l'indirizzo librario[13]. Una recensione del giornale The Irish Times lo definisce senza fonti ("unhinged") e accusa il film di offrire null'altro se non «perversioni surreali dei dibattiti su problemi autentici»[11].
    • L'esistenza di Gesù come falso profeta o presunto tale è un fatto indiscutibile per l'ebraismo, infatti molti tra i suoi insegnamenti vengono confutati nel Talmud[14]. Inoltre nell'Islam, Gesù ("Yssa") è un profeta fondamentale, non morto sulla croce perché sostituito all'ultimo momento da Giuda Iscariota, ed i suoi insegnamenti antecedono e in parte ispirano quelli di Maometto. Secondo il Corano, Gesù tornerà alla fine dei tempi sulle "nubi".
    • Bisogna ricordare che, anche se del corpo di Gesù non rimane alcuna traccia (cosa ovvia se si crede nella risurrezione del suo corpo), esisterebbero la molto discussa Sindone e la tomba del suo apostolo e testimone diretto San Pietro che si troverebbe nella Basilica di San Pietro in Vaticano, come vuole la tradizione (con svariate riserve sulla loro autenticità, come ad esempio la recente datazione al carbonio-14 della sindone che la daterebbe ad un periodo molto più recente rispetto a quello in cui ha luogo la vita di Gesù). Per quanto riguarda i luoghi della Passione di Cristo a Gerusalemme, è noto che durante la costruzione di Aelia Capitolina, al tempo di Publio Elio Traiano Adriano, i romani distrussero il Golgota(utilizzandolo come una cava) e riciclarono molte pietre di edifici di Gerusalemme, abradendo le incisioni precedenti, per sradicare definitivamente sia l'ebraismo che il nascente cristianesimo.
    • Riguardo all´ipotesi di una demolizione controllata degli edifici del World Trade Center, i presunti segni di taglio con termite alle travi in acciaio che vengono mostrati nel documentario sono il risultato delle operazioni di taglio operate dai pompieri per smantellare definitivamente i resti della struttura.[15]
    • Per quanto riguarda i presunti dirottatori ancora vivi, un'inchiesta della rivista tedesca Der Spiegel del 2003 dimostrò l'assoluta inconsistenza di tale tesi, basata su semplici omonimie[16].
    • La perizia di pilotaggio di Hani Hanjour è stata approfondita più volte e piloti di linea, nonché i suoi stessi addestratori, l'hanno in più occasioni ritenuto in grado di compiere agevolmente la manovra effettuata nell'attacco al Pentagono[17].
    • Nella terza parte viene detto e dato per scontato più volte che la forma principale di moneta, se non l'unica, è la moneta legale emessa dalla Banca Centrale. Tutto il discorso sul debito parte dal presupposto che la Banca Centrale è l'unico ente che può produrre moneta, ma ciò non è vero, in quanto vale solo per la moneta legale. Esistono in realtà altre forme di moneta oggi più usate, ad esempio la moneta bancaria e la moneta elettronica.
    • La citazione dell'ex Presidente degli Stati Uniti Thomas Woodrow Wilson in cui pare rammaricarsi di aver approvato il Federal Reserve Act è in realtà un collage della campagna elettorale del 1912, pertanto risalente ad un anno prima dell'approvazione della legge sulla Federal Reserve[18].
    • È falso che il congressista Louis Thomas McFadden venne assassinato prima di proporre l'impeachment, infatti la sua morte avvenne tre anni dopo che la sua proposta fu bocciata dal Congresso.[19]

    Tagli da 46 miliardi: difendiamoci da quest’Europa di banditi


    Stanno accadendo un sacco di cose, tutti sintomi di una crisi che si sta avvicinando a grande velocità: dobbiamo prepararci. L’annuncio della chiusura delle due fabbriche della Fincantieri che ha messo in movimento Genova e Napoli con grandi proteste anche violente e molto arrabbiate, la ripresa dello scontro intorno all’alta velocità in val di Susa, lo sciopero della fame degli insegnanti a Bologna, la rivolta contro la spazzatura di Napoli: siamo in una situazione di alta tensione, che non ha precedenti nella storia degli ultimi anni in Italia. E ci ha raggiunti la notizia che la Corte dei Conti addirittura aggrava il bilancio del nostro prossimo futuro, chiedendo – come una cosa inevitabile – un taglio di 46 miliardi l’anno delle spese dello Stato, per “aggiustare” il nostro rapporto tra debito e Pil secondo i criteri europei.
    Quarantasei miliardi: significa che tutti i servizi sociali verranno drasticamente tagliati, la pressione fiscale sui lavoratori rimarrà invariata, non c’è nessuna misura per far pagare a coloro che hanno la ricchezza, i beni e la finanza per farlo; di fatto, pagheranno i più poveri. Pagheranno in due direzioni: primo, perché avranno meno denaro nelle loro tasche; secondo, perché avranno meno servizi. Ci stiamo avvicinando velocemente alla Grecia, e subendo il giudizio – pensate – nientemeno che delle agenzie di rating internazionale come Standard & Poor, cioè i truffatori che hanno praticamente messo in ginocchio l’economia europea nel corso degli ultimi decenni, facendo emigrare i nostri capitali in America sulla base di valutazioni delle agenzie di credito. Adesso “danno il voto”: a noi, ai greci, agli spagnoli, ai portoghesi; ci chiedono altri sacrifici.
    In questo senso di capisce bene quello che sta accadendo, basta alzare un po’ lo sguardo all’insieme. E capisce anche quello che sta accadendo in Spagna, con questo nuovo grande movimento di giovani che chiedono più equità e manifestano la loro totale sfiducia nei confronti delle istituzioni, perfettamente motivata. E’ la stessa sfiducia che stiamo misurando anche in Italia, e che non ha ancora assunto le forme di una vera e propria rivolta. E’ finita. E’ finito il patto sociale che ha retto l’Europa nel corso degli ultimi cinquant’anni, dal dopoguerra. Patto sociale che era rappresentato – se vogliamo essere crudi nel descriverlo – dal fatto che c’era abbastanza ricchezza per poterne distribuire una parte anche alle classi subalterne; i ricchi pigliavano la grande fetta, ma una parte la distribuivano.
    Ce n’era per tutti, nel senso che noi potevamo rapinare, depredare il resto del mondo. Ma negli ultimi vent’anno sta accadendo una cosa che non era stata prevista, e che non è molto gradevole, per noi: e cioè che la rapina sta finendo, si sta riducendo, e coloro che avevano tutto il potere, tutta la forza e tutta la ricchezza vogliono mantenere quello che hanno, e quindi non ce n’è più da distribuire. Non ce n’è più per distribuirlo neanche ai ceti medi, i quali ora si trovano a vedere in caduta la loro situazione sociale, più o meno come sta accadendo in tutta Europa.
    Ora, tutto questo – questa rivolta – è un fatto positivo, ma non ha ancora una soluzione, non c’è ancora una linea; non si vede la prospettiva, anche perché i partiti, quelli che hanno perduto il contatto con la gente, non sono capaci di elaborare nessuna proposta alternativa perché non ce l’hanno, perché si sono adagiati in quella distribuzione delle risorse che era stata loro consentita; non c’è più opposizione, non c’è più rappresentanza politica delle classi colpite, subalterne. Intendiamoci: la nostra vita degli ultimi cinquant’anni è stata una vita abbastanza buona, proprio perché tutti abbiamo finto di ignorare che essa era il prodotto della nostra rapina, alla quale noi partecipavamo – senza saperlo.
    Adesso dovremmo saperlo, e dobbiamo dirlo a tutti: guardate che il vecchio tenore di vita non è più riproducibile attraverso la rapina mondiale; non potremmo farlo. E quindi, se vogliamo mantenere un tenore di vita accettabile, noi dobbiamo trovare delle altre forme di organizzazione della società e della finanza occidentale, e dobbiamo dire che quello che ci viene proposto fino ad ora non vale niente, non ci serve a nulla. Quindi, in questo senso, che ci sia la rivolta è bene; dev’essere una rivolta per difendere il nostro territorio. Noi dobbiamo cominciare a difenderci, dove viviamo, intendendo per territorio la nostra mente, il nostro corpo, la terra su cui stanno le nostre case, le nostre città, i giardini pubblici, le scuole, gli ospedali, tutto ciò che ci fa vivere decentemente e civilmente.
    Dovremo per questo organizzarci, ma dobbiamo sapere che quello che accade in Spagna accadrà presto in Italia e in tutto il resto dell’Europa; accadrà prima naturalmente in Grecia, poi verrà l’Irlanda, poi il Portogallo; poi verremo noi, molto presto, probabilmente nel corso di questo stesso anno, che si annuncia molto difficile con i primi tagli drammatici che ci verranno imposti, o che si cercherà di imporci. Questo è quello che dobbiamo sapere. Quale Europa dobbiamo chiedere? Dobbiamo chiedere un’Europa che cambi le sue regole, molto semplicemente; le attuali regole ci hanno portato nel disastro; l’attuale gestione dell’Euro e la sua distribuzione sul territorio, la sua commercializzazione, il modo in cui viene usata la ricchezza, non va bene: perché è un modo predatorio, che alla lunga – e anche a breve – ci farà perdere ogni sovranità. E perdere ogni sovranità in queste condizioni significa metterci nelle mani, anche dal punto di vista dei nostri diritti e della nostra rappresentanza, di un gruppo di tecnocrati, che sono la stessa cosa dei tecnocrati delle grandi banche di investimento mondiali.
    Questo è il punto: con quest’Europa non si va da nessuna parte, e quindi dobbiamo decidere quale Europa vogliamo. Io non sono tra quelli che pensano che dobbiamo dire che non vogliamo nessuna Europa; sono dell’avviso, al contrario, che ci servirebbe un’altra Europa, per bilanciare lo squilibrio delle forze e lo scontro potenziale che si sta innescando tra Stati Uniti e Cina. Certo che ci servirebbe, una grande Europa, e quindi io non penso che dovremmo farne a meno; ma quest’Europa no: quest’Europa non ci serve. Quest’Europa è al carro, è al servizio degli interessi americani e della finanza mondiale: non ci serve. E quindi dobbiamo velocemente chiedere a tutte le forze democratiche italiane di porsi il problema di quale Europa vogliamo – a meno che non decidiamo di alzare le mani e di arrenderci: 46 miliardi l’anno di riduzione fisica sulla nostra vita e su quella dei nostri figli.
    La situazione in cui ci troviamo è assai grave, perché contemporaneamente ci sono i nostri bombardieri che uccidono i civili in Libia, c’è la nostra partecipazione all’Afghanistan e c’è tutta un’idea del mantenimento del sistema mondiale attuale così com’è, così quel che costi. No, noi non possiamo accettare questa soluzione; dobbiamo dire che “costi quel che costi” non è il nostro slogan. Noi dobbiamo dire che vogliamo vivere in modo decente ed equo, sapendo che la nostra giustizia equivale alla giustizia internazionale: non ce ne possono essere due, non ci possono essere “giusti” qui da noi e “ingiusti” all’estero, come lo siamo stati in tutti questi anni, con la complicità (involontaria) anche di larghe masse di lavoratori.
    Noi dobbiamo costruire una nuova vita, una nuova alternativa; questa diventa ormai impraticabile. Questo è il punto fondamentale: non si può dire che si può continuare così, perché così non si può andare avanti. E quindi prepariamoci: a andare avanti in un’altra direzione. Il che, cari amici, significa: combattere. Perché, senza combattere, non andremo da nessuna parte. Buona fortuna a tutti.
    (Giulietto Chiesa, “Vicini a qualcosa”, video-messaggio di “Alternativa” e “Mega Channel Zero”, 27 maggio 2011, ripreso da “Megachip”, www.megachip.info, e “Ribelle Tv”, www.ilribelle.com).

    ISTAT SALARIO MEDIO ITALIA SOTTO 1.300 EURO ULTIMI IN UE PER AIUTI AL REDDITO

     ISTAT SALARIO MEDIO ITALIA SOTTO 1.300 EURO,PER DONNE -20%. IN INGRESSO MENO DI 900 EURO, ULTIMI IN UE PER AIUTI AL REDDITO


    - ROMA, 28 MAG - Lo stipendio netto di un italiano in media non supera i 1.300 euro mensili, una cifra che nasconde, però, la forte differenza che c'è tra uomini e donne, con le lavoratrici che hanno retribuzioni più basse del 20%. Ancora peggio va per gli stranieri, che ricevono una busta paga sotto i mille euro. I giovani, invece, scontano il fatto di essere neo-assunti e nei primi due anni di lavoro il salario medio è di appena 900 euro. È questa la fotografia scattata dall'Istat sulle retribuzioni nette mensili per dipendente nel 2010. Nel Rapporto annuale sulla situazione del Paese, l'Istituto calcola, infatti, che lo stipendio medio di un cittadino italiano è di 1.286 euro, frutto di una ricompensa di 1.407 euro per i lavoratori e di 1.131 euro per le lavoratrici; in altre parole le donne sono pagate un quarto in meno. Sugli stranieri la riduzione è ancora più forte, visto che la busta paga si ferma a 973 euro (-24%). A riguardo l'Istat spiega che «in confronto al 2009, lo svantaggio degli stranieri è divenuto ancora più ampio». Oltre al genere e al passaporto, un'altra differenza sul peso delle retribuzioni la fanno gli anni di lavoro: all'inizio della carriera si parte sotto i 900 euro superando la soglia dei mille solo dopo 3-5 anni di servizio e il tetto dei 1.300 compiuti i 20 anni di attività. D'altra parte, emerge sempre dal rapporto annuale dell'Istat, la spesa che lo stato italiano indirizza agli aiuti al reddito è inferiore rispetto alle quote sborsate nel resto d'Europa. Nel volume si legge, infatti, che «l'Italia si colloca all'ultimo posto tra i paesi Ue per le risorse destinate al sostegno del reddito, alle misure di contrasto della povertà o alle prestazioni in natura a favore di persone a rischio di esclusione sociale». Stando a dati del 2008, sottolinea l'Istat, «la maggior parte delle risorse sono assorbite da trasferimenti monetari di tipo pensionistico, mentre quote molto residuali e inferiori alla media Ue vengono destinate alle funzioni dedicate - appunto - al sostegno delle famiglie, alla disoccupazione e al contrasto delle condizioni di povertà ed esclusione sociale». Più in particolare, le uscite per protezione sociale sono assorbite per il 51,3% dalla voce 'vecchiaià, mentre solo il 4,7% va alla famiglia, ancora miniore è la fetta dedicata ai disoccupati (1,9%).

    (ANSA)

    Boicottiamo i cosmetici testati su animali! Ecco come Riconoscerli

    Boicottiamo i cosmetici testati su animali! Ecco come RICONOSCERLI

    Il 2013 dovrebbe rappresentare l’anno decisivo per la fine di questi inutili e dannosi test – ha detto Michela Kuan, biologa, responsabile della LAV - e per la sorte delle migliaia di animali ancora uccisi in questo ambito sperimentale, ma il divieto europeo rischia di slittare di altri 10 anni: Parlamento e Commissione UE potrebbero seguire il discutibile parere di esperti che sembrano favorevoli a un ulteriore posticipo del divieto, andando anche contro l’opinione pubblica che rappresentano, dichiaratasi fortemente contraria alla vivisezione soprattutto in questo ambito, e contro la sempre più ampia parte del mondo scientifico contraria ai test su animali 


    TUTTAVIA, POSSIAMO FARE MOLTO, BOICOTTANDO I PRODOTTI TESTATI SUGLI ANIMALI, SPINGENDO IN QUESTO MODO LE AZIENDE A SCEGLIERE DI NON FARLO: LE PERSONE CHE RIFIUTANO DI ACQUISTARE QUESTI PRODOTTI, SONO IN COSTANTE AUMENTO. 


    Ci sono aziende che producono linee cosmetiche di alta qualità, che NON testano i propri prodotti sugli animali: una di queste, è la Kalleis (visita ilsito) che come potete osservare nella sezione del sito dedicata alla ricerca, specifica che "i test non coinvolgono in alcun modo cavie animali".

    Per testare la tossicità dei cosmetici, molte industrie praticano regolarmente 5 tipologie di test su topi, cavie e conigli. Vediamo nel dettaglio quali sono.
    1) Tossicità per uso ripetuto: conigli e ratti sono costretti a mangiare o inalare gli ingredienti da testare; in alternativa la sostanza viene spalmata sulla pelle rasata per un periodo che può arrivare fino a 90 giorni e a fine esperimento l’animale viene soppresso. (dopo tre mesi di sofferenze)
    2) Tossicità riproduttiva: femmine gravide di coniglio o ratto sono alimentate forzatamente con la sostanza da verificare e poi uccise per studiarne il feto.

    3) Tossico cinetica: conigli e ratti sono costretti ad ingerire la materia prima, vengono poi soppressi per esaminare la distribuzione e l’accumulo della sostanza negli organi, quali assorbimento, distribuzione, metabolismo ed escrezione della sostanza presa in considerazione.
    4) Sensibilizzazione cutanea: dopo essere stati rasati, cavie e topi vengono messi a contatto con la sostanza per determinare eventuali relazioni allergiche. Anche in questo caso – dopo la fine dell’esperimento - gli animali vengono regolarmente soppressi.
    5) Cancerogenicità: i ratti sono alimentati forzatamente con la sostanza da testare per un periodo di almeno 2 anni, poi vengono uccisi per esaminare l’eventuale insorgenza del cancro.
    Ma come facciamo a riconoscere i cosmetici cruelty free, ovvero quelli non testati sugli animali? Occhio all’etichetta! Uno strumento importante per riconoscere un cosmetico non sperimentato sugli animali è sicuramentel’etichetta. Vediamo allora cosa vogliono dire le diciture che compaiono sulle etichette delle confezioni dei cosmetici.
    1) Stop ai test su animali. Controllato da Icea per LAV, è l’unico disciplinare internazionale a garantire che le aziende aderenti non conducono, commissionano o prendono parte ad alcun test su animali, né acquistano materie prime, formulazioni o prodotti introdotti sul mercato dopo l’adesione allo Standard.
    2) Clinicamente testato: fa riferimento al prodotto finito, indica che è stato oggetto di test su volontari, ma questo non garantisce di per sé che non siano stati effettuati anche test su animali.
    3) Dermatologicamente testato: anche in questo caso la dicitura fa riferimento al prodotto finito, testato per valutarne gli effetti sulla pelle. Può essere considerata sinonimo di “clinicamente testato” e quindi non garantisce che non siano stati effettuati anche test su animali.
    4) Microbiologicamente testato: si riferisce ai controlli che i prodotti cosmetici devono subire in fase di produzione per verificare contaminazioni da parte di funghi e batteri, potenzialmente pericolose per la pelle, ma – anche in questo caso – ciò non vuol dire che gli animali siano esclusi dalla sperimentazione.
    5) Non testato su animali: è una dicitura non ufficiale, ma adottata volontariamente da molte aziende. La legislazione UE prevede la possibilità di apporre etichette di questo tipo solo se in nessun momento della filiera produttiva si è fatto ricorso a test su animali. Questo può essere verificato solo controllando tutti i fornitori di materie prime, come prevede lo Standard “Stop ai test su animali. Controllato da Icea per LAV”.
    6) Cruelty free: la dicitura non è chiara, perché non è specifica all’ambito sperimentale; può riguardare anche solo l’origine dei prodotti, come nel caso di cosmetici privi di ingredienti di origine animale.

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