Benzina più verde (Foto: Flickr)
Il futuro è verde e lo si capisce dalla percentuale dell’energia totale che è derivata da
fonti rinnovabili nel recente passato. Nel 2008 tra biomassa, idroelettrica, vento, sole e oceano, le fonti verdi hanno prodotto quasi il
13 per cento dell’energia primaria utilizzata nel mondo. Lo dice l’
Ipcc, il gruppo di
esperti di clima dell’Onu, in una
relazione di quasi mille pagine che viene presentato oggi ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi.
La quota di energie
rinnovabili sembra inoltre destinata ad
aumentare in maniera consistente: il loro
costo in discesa le renderà convenienti e competitive indipendentemente dalle politiche di incentivo messe in campo dai governi per contrastare i cambiamenti climatici. Tutte ottime notizie, che però non rappresentano una facile via di fuga dal
problema della CO2 nell’immediato. Da un laboratorio di ricerca biochimica dell’
Università del Delaware arriva però una
scoperta potenzialmente
rivoluzionaria.
Sottrarre CO2 all’atmosfera e trasformarla in
carburante pulito. Questo è ciò che si prefigge di fare il chimico
Joel Rosenthal, che ha appena ricevuto il
premio Ralph E. Powe Junior Faculty Enhancement Award e un finanziamento di 10.000 dollari per proseguire nella sua ricerca di questa moderna
pietra filosofale.
Rosenthal e il suo gruppo di ricercatori stanno mettendo a punto degli elettrocatalizzatori con metalli come il nickel e il palladio progettati perliberare elettroni quando entrano in contatto con il biossido di carbonio,trasformando così con un procedimento chimico la temibile CO2 inmonossido di carbonio o metanolo. Il primo è un precursore degliidrocarburi liquidi, oltre ad avere numerosi impieghi nell’industria chimica (plastiche, detergenti, conservanti). Il metanolo, anch’esso largamente usato per la produzione di plastiche, solventi e altri prodotti è impiegato per alimentare auto da corsa negli Stati Uniti.
La trasformazione del biossido di carbonio in monossido di carbonio, spiega Rosenthal, “consentirebbe di mitigare i livello di CO2 in atmosfera, producendo al contempo un substrato energetico che può costituire la base per la produzione di carburanti“. Il procedimento avrebbe perciò ildoppio vantaggio di aiutare a liberare l’aria da uno dei principali responsabili dell’effetto serra, e contribuire alla creazione di un nuovo tipo di carburante.
“Il nostro scopo”, chiarisce Rosenthal, “è di produrre carburanti liquidi in maniera rinnovabile, da fonti eoliche e solari, non utilizzando come base i carburanti fossili”. In sostanza quello che questo gruppo di ricercatori cercherà di fare sarà trovare il modo per immagazzinare in forma di combustibile liquido l’energia prodotta da fonti rinnovabili, per un ciclo pulito dall’inizio alla fine.
“Il problema della CO2 è molto importante”, conclude Rosenthal, ” e la gente deve affrontarlo. La mia speranza è di riuscire a mappare i principi molecolari per una conversione efficiente della CO2 in carburante. Poi si potrà pensare di applicare il processo su una scala commercialmente rilevante”.
Se le stime più prudenti indicano che nel 2050 si consumerà circa ildoppio dell’energia che consumavamo nel 2000, è chiaro che, accanto allo sviluppo delle rinnovabili previsto dall’Ipcc, tutte le idee saranno utili per soddisfare la domanda energetica del pianeta nel modo più verdepossibile.