10 maggio 2011

Agcom ordina a tg di limitare spazio a Berlusconi, multa a Tg1


ROMA (Reuters) - L'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ha ordinato ai telegiornali di riequilibrare la copertura degli eventi politici tra forze di maggioranza e di opposizione, e dedicare ai membri del governo un tempo ''riferito solo alla loro funzione governativa, nella misura strettamente indispensabile per assicurare la completezza e l'imparzialità dell'informazione'', in particolare per il presidente del Consiglio, che è anche capolista del Pdl al comune di Milano.

Così l'Agcom ha risposto agli esposti presentati, sulla base ai dati del monitoraggio sul pluralismo politico relativi alla penultima settimana di campagna elettorale (1-7 maggio).

L'Autorità ha poi comminato una sanzione da 100.000 euro al Tg1, "per l'inadeguata osservanza dell'ordine e dei richiami rivoltigli in precedenza" in materia di par condicio, secondo quanto riferito in una nota.

"Inoltre l'Autorità, a seguito degli esposti presentati dall'Udc, ha invitato Sky a rispettare, nei confronti tra candidati sindaci e nella rappresentanza delle forze politiche, il principio di effettiva parità di trattamento e di pari opportunità di ascolto e visibilità",conclude il comunicato.

Un richiamo al"rigoroso rispetto" del pluralismo è stato fatto anche dal Corecom della Lombardia alle emittenti locali e ai tg regionale della Rai.

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Nucleare, il blitz di Greenpeace sul 'terrazzo' del Duce - VIDEO -

Sono arrivati all'alba a piazza Venezia a Roma. Un gruppetto di attivisti di Greenpeace, fulminei in pochi minuti hanno scalato, grazie ad un camion-gru, la facciata di palazzo Venezia per arrivare sul terrazzo dello storico palazzo, quello per intendersi da dove si affacciava Benito Mussolini. Inviolabile fino ad oggi. Qui due ragazzi dell'associazione ambientalista hanno srotolato un grande striscione con l'immagine del premier Silvio Berlusconi e la scritta: "Italiani, il vostro futuro lo decido io". Poco sotto l'invito: 'Sul nucleare di deve votare', firmato Greenpeace. Poi i due ragazzi sono stati invitati a scendere da polizia e carabinieri intervenuti sul posto. Lo striscione alle 7,20 è stato rimosso da un gruppo di agenti della Polizia Municipale. Alessandro Giannì, direttore della campagne per l'Italia di Greenpeace, ha dichiarato ai nostri microfoni: "Le dichiarazioni del presidente del Consiglio sul nucleare in contrasto con la volontà degli italiani. Abbiamo - continua - anche inviato una lettera al governo, per rispettare i nostri diritti di cittadini che sul referendum del 12 e 13 giugno vogliono esprimersi".
Servizio di David Perluigi, montaggio Paolo Dimalio

Fonte : www.ilfattoquotidiano.it/

Giappone fa dietrofront, si punta a maggiore impiego di energie rinnovabili


ultimo aggiornamento: 10 maggio, ore 17:50
Tokyo - (Adnkronos) - Il primo ministro Kan ha annunciato che il Giappone rinuncia al progetto di aumentare l'impiego dell'energia nucleare

Libia, raid su compound Gheddafi.Nato:non si sa se vivo


di Guy Desmond

TRIPOLI (Reuters) - La Nato ha condotto oggi attacchi con missili nell'area di Tripoli, e tra i bersagli ci sarebbe stato anche il complesso del leader libico Muammar Gheddafi, secondo quanto riferito da alcuni testimoni.

Gheddafi non è più apparso in pubblico dal 30 aprile scorso, quando un attacco Nato su una casa nella capitale ha ucciso il suo figlio più giovane e tre nipoti, sollevando interrogativi tra alcuni diplomatici arabi ansiosi di sapere perché il Colonnello non si vede più in giro.

Oggi la Nato ha detto di non sapere se Gheddafi sia ancora in vita. "Non abbiamo prove .Non sappiamo cosa stia facendo il signor Gheddafi. Non abbiamo informazioni di conferma, ha detto oggi rispondendo a una domanda dei giornalisti il generale di Brigata Claudio Gabellini, Capo Ufficio Operazioni dell' OUP.

Gabelli, che parlava in una conferenza stampa a Napoli, ha poi aggiunto: "Non abbiamo prove di cosa stia facendo e delle condizioni nelle quali si trovi Gheddafi e in effetti non ne siamo molto interessati, perché il nostro mandato è proteggere i civili dagli attacchi e quindi non stiamo cercando nessuna persona in particolare".

Rappresentanti libici hanno detto che gli attacchi aerei Nato sull'area di Tripoli nel corso della notte hanno provocato il ferimento di quattro bambini, due dei quali sono in condizioni gravi.

Le autorità hanno mostrato a giornalisti stranieri un ospedale della capitale dove alcune finestre sono andate in frantumi, apparentemente per le ondate di esplosioni dell'attacco Nato, che ha provocato anche il crollo di una torre di telecomunicazioni.

I giornalisti sono stati anche condotti in un edificio governativo che ospitava l'alta commissione per l'infanzia, e che è stato completamente distrutto. Il vecchio edificio coloniale era stato già danneggiato in quello che per le autorità libiche era stato un bombardamento Nato il 30 aprile.

"La direzione di almeno un'esplosione suggerisce che il complesso di Gheddafi è stato colpito", ha detto un testimone.

Nessuna altra informazione è finora disponibile. Ma le esplosioni di Tripoli sono avvenute mentre la situazione dei combattimenti sul terreno è in stallo, mentre le potenze occidentali si chiedono se fornire aiuto, sia pure sotto copertura, ai ribelli che vogliono abbattere Gheddafi, al potere da 41 anni.

Vari alleati, tra cui gli Usa, la Gran Bretagna e la Francia, sono di fronte a una scelta se sfruttare o meno le scappatoie fornite nel meccanismo di sanzioni istituito a febbraio e a marzo per aiutare i ribelli, dicono analisti e diplomatici Onu.

Un'altra opzione sarebbe quella di bypassare segretamente le sanzioni, ma entrambi i casi rischiano di provocare l'ira di Russia e Cina, che dispongono del potere di veto al Consiglio di sicurezza Onu e sono sempre più critici verso le operazioni Nato, nell'ambito di una risoluzione che punta a proteggere i civili.

RIBELLI ASSEDIATI

Il governo dice che la maggior parte dei libici sostengono Gheddafi, e definisce i ribelli criminali armati e militanti di al Qaeda, oltre a dire che l'intervento della Nato è un atto di aggressione coloniale da parte delle potenze occidentali che intendono rubare il petrolio della Libia.

Dopo due mesi di conflitto legato anche alle rivolte dei mesi scorsi in altri paesi arabi, i ribelli mantengono il controllo di Bengasi e di altre cittadine nell'est del paese nordafricano, mentre il governo controlla la Capitale e quasi tutto l'ovest.

I combattimenti stanno aumentando nella regione delle Montagne Occidentali, vicino alla Tunisia, e i ribelli hanno detto ieri che la Nato ha colpito un deposito governativo di armi a sud-est di Zintan, che si trova nella zona di guerra.

La cittadina oggi è tranquilla e non ci sono stati né bombardamenti Nato né attacchi aerei Nato, ha detto al telefono il portavoce ribelle Abdulrahman.

"I rivoluzionari (ribelli) stanno rastrellando l'area di Awiniyah, dove si ritiene che siano posizionate le brigate", ha detto Abdulrahman. Awiniyah è a 25 km da Zintan.

Le forze Nato hanno colpito ripetutamente a Misurata, la città occidentale dove i ribelli sono sotto assedio da settimane da parte delle forze leali a Gheddafi, con centinaia di morti nei combattimenti.

I ribelli fanno fronte a forze governative con una potenza di fuoco superiore e maggiori risorse, ma un comandante militare ribelle ha detto alla tv araba al Jazeera che ieri i suoi combattenti hanno ucciso 57 soldati e distrutto 17 veicoli militari durante una battaglia a ovest di Ajdabiyah, città controllata dagli insorti nell'ovest.

Il comandante ha anche detto che due ribelli sono stati uccisi in combattimento, a metà strada tra Ajdabiyah e il porto petrolifero di Brega, dove le forze di Gheddafi sono arroccate. Non è stato possibile per il momento verificare le sue dichiarazioni.

La guerra ha finora provocato la morte di migliaia di persone e ha costretto decine di migliaia di lavoratori immigrati a fuggire per terra o per mare.

Le agenzie di aiuti umanitari hanno dato la notizia che una nave che trasportava 500-600 persone è affondata la scorsa settimana vicino a Tripoli, che in mare sono stati avvistati molti cadaveri.

"La tragica verità è che probabilmente no n sapremo mai quante persone sono annegate in quest'ultima tragedia", dice Jean-Philippe Chauzy, portavoce dell'Organizzazione Internazionale per i Migranti.

Prima dell'incidente, l'Onu aveva già stimato in 800, dal 25 marzo scorso, i morti tra i migranti in fuga dalla Libia via mare.

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Il Cavaliere si gioca il tutto per tutto "Se domenica vinco, blocco i processi"

Il capo del governo teme che il Quirinale non firmi la legge sulla prescrizione breve e considera le amministrative anche un referendum sui giudici. Il conflitto di attribuzione sul caso Ruby è stato sospeso fino alla prossima settimana


ROMA - "Chi ci vota domenica prossima vota contro la Boccassini e De Pasquale, questo deve essere chiaro a tutti". È l'effetto "referendum" quello che Berlusconi punta a ottenere con le elezioni-simbolo a Milano. Una battaglia giocata tra il Cavaliere e il palazzo di giustizia, che sarà decisa ai voti: se Letizia Moratti dovesse vincere al primo turno, per Berlusconi quella sarà stata una "sonora sconfitta" dei pm, visto che proprio sulla iper-politicizzazione della campagna amministrativa ha giocato le sue ultime uscite in campagna elettorale.

È questo il senso del crescendo di toni usati dal capo del governo contro i magistrati, persino nel giorno dedicato al ricordo delle toghe vittime del terrorismo. "O me o loro", continua a ripetere in queste ore. Pronto a far ripartire immediatamente tutto il pacchetto giustizia in caso di un exploit elettorale che gli restituisca la forza perduta. "È vero - ha detto a proposito della commissione d'inchiesta sulla magistratura - è tanto che ne parliamo. Finora mi sono fatto convincere da chi mi consigliava di non forzare la mano, ma se vinciamo a Milano la facciamo per davvero, anzi sarà la prima cosa che partirà". 
La personalizzazione in chiave anti-pm della campagna milanese è totale. Tanto da aver indotto Berlusconi a registrare uno spot radiofonico dai toni accorati, che si conclude così: "Se mi vuoi bene, scrivi sulla scheda il mio cognome". La campagna, a sentire l'interessato, starebbe dando i suoi frutti nonostante nel Pdl in molti si stiano preoccupando per l'incendio appiccato. Anzi, nelle ultime riunioni riservate il premier ha tirato fuori un sondaggio che darebbe la coalizione di centrodestra al 52,6%, vincente al primo turno. Ma la condizione è che vi sia un'alta affluenza, vicina almeno al 70%, altrimenti la Moratti (la più scettica su questa deriva anti-pm della "sua" campagna) sarebbe costretta al ballottaggio. 

Vittoria o sconfitta al primo turno. È questo lo spartiacque che, da due settimane e all'improvviso, ha congelato al punto in cui erano tutte le leggi salva-Silvio. Che, fino a quel momento, avevano disperatamente corso per settimane con l'obiettivo, da perseguire il più in fretta possibile, di bloccare il processo Mills (con la prescrizione breve), di mettere momentaneamente in soffitta il caso Ruby e il caso Mediaset (con il conflitto di attribuzioni), di evitare l'uscita di altre intercettazioni (con la legge bavaglio). Ma l'ordine, dall'alto, è stato preciso. "Fermate tutto, dobbiamo prima capire che succede alla Moratti". In stand-by sono finite ben tre norme salva-Silvio, contenute in due leggi. Stoppata la prescrizione breve per gli incensurati, cioè per lui, dopo lo scontro durissimo nel voto alla Camera. Al Senato hanno cominciato a discuterne in commissione, ma senza fretta. Stoppato anche il processo "lungo", sempre al Senato, che sarebbe dovuto andare in aula subito dopo il voto di metà maggio. Lì, con un improvviso blitz, accanto agli articoli sul strapotere degli avvocati in udienza e sul divieto di usare le sentenze passate in giudicato (leggi: Mills), deve entrare anche la norma per sospendere i processi Ruby e Mediaset in presenza di un conflitto di attribuzioni alla Consulta. Pure questa norma urgentissima (il dibattimento si apre il 31 maggio) è stata messa per ora in frigorifero. Non solo: nell'attesa, è stato inspiegabilmente "dimenticato" lo stesso conflitto per Ruby, pur autorizzato dall'aula della Camera il 5 aprile, ma mai approdato alla Consulta.

Ma non c'è solo il rischio ballottaggi a mettere in allarme il premier. Lo tiene in tensione il malumore del Colle nei confronti della prescrizione breve. Di cui ieri diceva: "Non so cosa farà Napolitano, ma non mi pare ci siano fatti di incostituzionalità". E invece le paure sono forti. Il Colle non ha mai parlato, ma i giuristi di Berlusconi annusano aria di un possibile intervento. Tant'è che il premier, già un paio di settimane fa, voleva mandare sul Colle il Guardasigilli Angelino Alfano per spiegare al capo dello Stato che la sua legge non farà "morire" 15mila processi. Il rischio di una bocciatura o di un ridimensionamento però c'è. E le settimane elettorali non sono certamente quelle in cui incassare una reprimenda del Colle pure sulla prescrizione breve. Né quelle giuste per rivedere l'intera strategia salva-Silvio. Meglio pensarci dopo, a Moratti vincente.

di FRANCESCO BEI e LIANA MILELLATratto integralmente da :  www.repubblica.it

Il premier e la crisi nucleare: «Rinuncio al mio stipendio»


La scelta di Naoto Kan: niente soldi fino alla fine dell'emergenza a Fukushima

MILANO - A partire da giugno il premier giapponese Naoto Kan rinuncerà al suo stipendio fino alla fine della crisi nucleare negli impianti atomici di Fukushima, danneggiati dal terremoto e dallo tsunami dell'11 marzo scorso. «Continuerò a percepire la retribuzione che mi spetta come membro del parlamento ma non quella da primo ministro, né altri bonus» ha annunciato il capo del governo di Tokyo, secondo il quale «come la compagnia elettrica Tepco, l'esecutivo giapponese ha una grande responsabilità in questa crisi». Il Paese, ha aggiunto Kan, abbandonerà il piano per incrementare la quota di energia derivata dal nucleare al 50% dall'attuale 30%. Il premier ha parlato durante una conferenza stampa, sostenendo che il Giappone ha adesso bisogno di «ripartire da zero» nelle politiche energetiche di lungo termine, dopo la crisi di Fukushima.
INDENNIZZI - Intanto, la compagnia elettrica giapponese Tepco, che gestisce la disastrata centrale nucleare di Fukushima Daiichi 1, ha chiesto aiuti economici statali al governo di Tokyo, con i quali poter fare fronte ai pesantissimi indennizzi che dovrà versare per risarcire i danni provocati dalla fuoriuscita di radioattività dall'impianto.


Tratto integralmente da : www.corriere.it

Pedofilia, gli Usa ficcano il naso in Vaticano

Una corte degli Stati Uniti: “La Chiesa è il datore di lavoro del sacerdote che commette gli abusi”
Per la prima volta il Vaticano dovrà fornire documenti interni alla giustizia degli Stati Uniti, che sta facendo luce sulla natura del rapporto di “lavoro” tra un prete pedofilo e la Santa Sede.
MOMENTO STORICO – La richiesta è stata avanzata da un tribunale civile dell’Oregon, nel nord ovest degli Usa, che ha deciso di citare in giudizio la Santa Sede in qualità di testimone in questa vicenda degli Anni ’60. “Si tratta di una decisione storica”, ha dichiarato Jeff Anderson, avvocato della vittima che sostiene di aver subito aggressioni sessuali da parte di Andrew Ronan, un sacerdote che era stato coinvolto in vicende di pedofilia in Irlanda e poi a Chicago. “La decisione cambia il panorama giuridico”, ha spiegato Anderson. “Una breccia è stata aperta: il Vaticano potrebbe essere ritenuto responsabile e dovrà rendere conto come mai prima”.
NIENTE IMMUNITA’ - La vittima ha accusato il Vaticano di non aver costretto il sacerdote a lasciare l’abito talare e di non averlo punito dopo le prime aggressioni. Un primo giudice di Portland, nell’Oregon, incaricato del caso, ha stabilito che la Santa Sede deve essere considerata responsabile, in qualità di “datore di lavoro”, per il trasferimento del sacerdote, deciso dalla diocesi. Il Vaticano ha presentato appello alla Corte Suprema contro questa decisione. Ma nel giugno scorso, la più alta istanza americana, ha dato ragione al giudice di Portland non riconoscendo l’immunità diplomatica del Vaticano e dando il via libera a un eventuale processo contro la Santa Sede.
LA DECISIONE – In forza del pronunciamento della Corte suprema, il giudice Michael Mosman ha chiesto alla Santa Sede di produrre entro il 20 giugno un certo numero di documenti sulle regole interne della Chiesa relative alla gestione del clero, la loro nomina, i loro trasferimenti, le loro responsabilità, le loro scomuniche in caso di denunce per violenze sessuali. Secondo il legale del Vaticano, l’avvocato statunitense Jeffrey Lena, “la questione principale di questa vicenda è di capire se la Chiesa deve essere considerata come datore di lavoro dell’uomo: per noi non è questo il caso”.
(Tmnews)

Disastro di Fukushima Dai-ichi


Il disastro di Fukushima Dai-ichi è una serie di quattro distinti gravi incidenti nucleari occorsi presso la centrale nucleare omonima a seguito del terremoto del Tōhoku nel marzo 2011.
Complessivamente l’incidente, nella prima settimana stimato al grado 4 della scala INES, quindi al livello 5[1](a pari livello con il singolo Three Mile Island in cui però non si ebbero né esplosioni, né rilasci di radioattività nell’ambiente pari all’evento giapponese); è stato infine provvisoriamente classificato dall’Agenzia per la sicurezza nucleare e industriale del Giappone al grado 7, il massimo grado della scala, finora raggiunto solo dal disastro di Černobyl’, considerando l’insieme dell’evento e non più i singoli incidenti distinti (classificati tra i livelli 3 e 5).
A causa del terremoto molti altri impianti nucleari giapponesi sono stati coinvolti, sia centrali nucleari che impianti del ciclo del combustibile. Gli impianti di generazione elettrica direttamente coinvolti con arresti automatici dei reattori sono stati quelli di Fukushima Dai-ichi, Fukushima Dai-ni, Onagawa e Tokai; è stato anche coinvolto il Centro di riprocessamento di Rokkasho che funziona con l’energia fornita dai generatori diesel di emergenza. Le maggiori preoccupazioni riguardano quattro dei sei reattori dell’impianto di Fukushima Dai-ichi, e in particolare il reattore numero 4, il cui edificio è stato quello maggiormente danneggiato dalle esplosioni di idrogeno, e nel quale le barre di combustibile a rischio fusione non sono quelle in uso all’interno del recipiente in pressione (vessel), ma quelle stoccate nelle vasche del combustibile esausto, che si trovano quindi al di fuori della struttura di contenimento primaria del reattore.

Resistenza allo tsunami

Diversamente da quanto si possa credere non è stato il terremoto in sè ad innescare l’incidente nella centrale quanto piuttosto il maremoto in seguito al sisma con la centrale che è ubicata proprio nei pressi della linea costiera: l’acqua dell’onda anomala avrebbe infatti messo fuori uso i sistemi elettrici che governano i sistemi di raffreddamento dei reattori della centrale innescando così la crisi e la successione di eventi occorsi. In particolare l’onda di tsunami che ha colpito l’impianto misurava almeno 14 metri di altezza, dalle tracce riscontrate nel parcheggio che si trova appunto a questa altezza, mentre l’impianto era stato progettato per far fronte al massimo ad onde di 6,5 metri di altezza. La stessa ondata ha provocato la morte per annegamento dei due operatori che si trovavano nei locali scantinati della turbina dell’unità 4, ferma in manutenzione e con il reattore vuoto, erano stati dati per dispersi sin dal primo evento.

Cause delle esplosioni

A causa dell’aumento di temperatura delle barre d’uranio rimaste scoperte d’acqua il rivestimento esterno in lega metallica “Zircaloy” reagisce con l’acqua a temperatura di circa 1200 °C ossidandosi e liberando idrogeno. Questo a contatto con l’ossigeno atmosferico e in proporzioni opportune forma una miscela tonante (esplosiva) bastando quindi un innesco per provocarne l’esplosione. Nell’edificio esterno dell’unità 1 l’esplosione è avvenuta in seguito al rilascio controllato del gas/vapore contenuto nel reattore in concomitanza con una forte scossa di assestamento. Il rilascio era autorizzato dalle autorità giapponesi e previsto dalle procedure d’emergenza per consentire d’iniettare acqua, altrimenti non possibile per la contropressione dovuta sia al vapore che all’idrogeno accumulatosi all’interno del reattore.
Nella giornata dell’11 marzo in un edificio minore delle zone non nucleari dell’impianto è nato un piccolo incendio, che ha richiesto meno di due ore per essere estinto. Una situazione più grave era però emersa entro le zone nucleari dei tre reattori di Fukushima Dai-ichi in funzione, in questi il reattore era stato fermato automaticamente con successo, ma i generatori diesel avevano subito numerosi danni, lasciando quindi i tre reattori senza energia elettrica per alimentare il sistema di refrigerazione per dissipare il calore residuo del reattore. Questo ha portato la TEPCO a comunicare una situazione di emergenza, che ha permesso alle autorità di far evacuare la popolazione residente entro i 3 km dall’impianto, circa 1000 persone. Nove ore dopo il ministero dell’economia, del commercio e dell’industria ha comunicato che presso l’impianto erano arrivati quattro generatori diesel mobili, tre dei quali, già operativi, fornivano energia per i sistemi di emergenza dell’impianto e che altri moduli erano in arrivo per via aerea.
Il 12 marzo a causa del mancato funzionamento degli impianti di raffreddamento di emergenza la pressione interna all’edificio del reattore è aumentata costantemente nel corso delle ore. Alle 2 di notte del 12 marzo, è stata riportata una pressione di circa 600 kPa, a fronte di una pressione normale di funzionamento di 400 kPa. A seguito di questo, la società elettrica ha preso la decisione di ridurre la pressione interna per gli impianti per cui non sono funzionanti i sistemi di refrigerazione, contemporaneamente alle operazioni di ripristino del normale funzionamento dei sistemi ed alla monitorizzazione dell’impianto. Alle 4:20 la IAEA ha confermato che erano in corso lavori per ripristinare l’alimentazione con generatori mobili e che sarebbe avvenuta una decompressione controllata utilizzando filtri per trattenere la maggior parte delle radiazioni entro l’impianto. Alle 13:30 gli isotopi radioattivi cesio-137 e iodio-131 sono stati rilevati vicino al reattore il che indica che una parte del nocciolo è rimasta scoperta per la diminuzione del livello del refrigerante nel reattore. Alle 15:36 c’è stata una esplosione nel reattore, quattro operai sono stati feriti, e la parte superiore dell’edificio secondario di contenimento del reattore è stata spazzata via, lasciando al suo posto lo scheletro di acciaio. Il portavoce del governo giapponese, Yukio Edano, ha confermato che c’era una “significativa possibilità” che le barre di combustibile radioattivo si siano parzialmente fuse, mentre l’esplosione non aveva compromesso l’integrità del contenimento principale del reattore. Verso le 20:00 sono iniziati gli interventi di pompaggio di acqua marina, per raffreddare il reattore, e di acido borico, che assorbendo i neutroni blocca la reazione a catena.
Nei primi momenti dall’incidente il reattore risultava in stato di attenzione ma non in stato di serio danneggiamento o critico.
Il 14 marzo le barre del combustibile nel mezzogiorno erano completamente scoperte (non più sotto battente d’acqua), in quanto è fallito il pompaggio dell’acqua marina all’interno del nucleo. Alle 13:21 la TEPCO ha dichiarato che non è esclusa la parziale fusione delle barre del combustibile nucleare all’interno del reattore 2. Sono stati riscontrati gravi danni al nocciolo del reattore, probabilmente a causa della mancanza di refrigerante, questo ha portato a continuare l’iniezione di acqua marina ma il livello del liquido è al momento sconosciuto ma tendenzialmente in diminuzione, mentre è stato riportato che la pressione è aumentata fino a 700 kPa che ha reso l’iniezione di acqua impossibile per la pressione troppo elevata. Per risolvere il problema è stata quindi rilasciata una certa quantità di vapore che ha permesso una nuova iniezione di acqua. La TEPCO effettuato una notifica dichiarando che da prospezioni delle 08:50 che alcune barre di combustibile sono state presunte rotte, sulla base di radiazioni rilevate.
Il 15 marzo alle 00:08 ora italiana si è registrata una esplosione al reattore 2. La TEPCO annuncia che è stata evacuata parte del personale. Le autorità hanno ammesso che in seguito all’esplosione c’è stato una rottura non quantificata della camera di soppressione della pressione (wet-well), una struttura toroidale posta nella parte inferiore del sistema di contenimento del reattore.
Nelle giornate dell’11 e del 12 marzo non persistevano particolari preoccupazioni per il reattore, in quanto i sistemi di raffreddamento, seppur in crisi, erano stati sostituiti parzialmente da altri apparati provvisori. Desta particolare preoccupazione il fatto che in questo reattore venisse usato come combustibile nucleare anche plutonio: nel settembre 2010 per la prima volta il reattore 3 era stato caricato con combustibile MOX al posto dell’uranio a basso arricchimento usato negli altri reattori della centrale.
Il 13 marzo si è dovuto ricorrere all’utilizzo di acqua di mare come refrigerante primario del reattore, sono presenti malfunzionamenti nei sistemi ma i livelli sono stabili. Per alleviare la pressione interna al reattore, sono poi iniziate delle operazioni di rilascio del gas, che hanno portato con loro piccole quantità di radioattività, il livello del liquido da un primo momento in cui aumentava, in un secondo iniziava di nuovo a diminuire. Alle 23:30 la Nuclear and Industrial Safety Agency ha riportato che alcune letture davano il livello del liquido refrigerante due metri sotto la cima degli elementi di combustibile, rappresentando quindi un serio rischio per la loro integrità, mentre altre strumentazioni ne riportavano ancora un livello nei limiti di sicurezza.
Il 14 marzo alle 11:01 si è osservata un’esplosione seguita dallo sprigionarsi di fumo bianco dovuta a una fuga di idrogeno, l’esplosione è stata molto più potente di quella avvenuta nel reattore 1: una larga sezione del tetto dell’edificio del reattore è stata scagliata verso l’alto ed è ricaduta su altre strutture della centrale, ma la TEPCO ha dichiarato che ad una prima analisi il contenimento del nocciolo sarebbe rimasto intatto. A seguito delle esplosioni un dipendente 23enne è stato contaminato. Alle 12:00 quattro dipendenti TEPCO e due operai di società collegate hanno riportato ferite (tutti sono rimasti coscienti). Le letture di pressione a seguito dell’esplosione sono rimaste all’interno di un range relativamente normale, mentre in precedenza erano state molto superiori: 530kPa delle 6:30, 490kPa alle 9:05, 380kPa delle 11:13, 360kPa delle 11:55, che sono da confrontare con i 250kPa di livello di massima sicurezza, i 400kPa di riferimento e gli 840kPa del reattore 1 del 12 marzo.
Il 16 marzo alle 8:34 ora locale è stato osservato del fumo bianco sollevarsi dal reattore 3. I tentativi di determinare la causa di tale avvenimento sono stati interrotti poiché tutti gli addetti sono stati evacuati in un’area sicura a causa dell’aumento della radioattività misurata. Nel corso della giornata, poiché era aumentata la temperatura dell’acqua nella vasca del combustibile esausto, si era presa in considerazione l’ipotesi di spargere acqua con gli elicotteri grazie al supporto dell’Esercito; questi interventi sono poi stati cancellati per livelli di radiazioni troppo alti.
Fino al 14 marzo, per il reattore numero 4 non erano stati riportati danni di alcun tipo.
Il 15 marzo verso le ore 06:00 locali viene udita una forte esplosione proveniente dalla centrale e in seguito viene confermato il danneggiamento di una parte dell’edificio contenente il reattore numero 4. Alle 09:40 si è poi verificato un incendio nella vasca del combustibile esausto, con probabile rilascio di radioattività da parte del carburante in essa presente. La TEPCO ha affermato che il fuoco era stato spento entro le ore 12:00. Dato l’aumento del livello di radiazioni, alcuni lavoratori ancora presenti nell’edificio sono stati evacuati.Alle 10:22 il livello delle radiazioni intorno al reattore era di 100 mSv/h.. L’incendio sarebbe stato causato dall’esplosione dell’idrogeno dovuta all’evaporazione dell’acqua della vasca, con conseguente esposizione delle barre di combustibile esausto. Alle 21:13 le radiazioni all’interno dell’edificio 4 sono divenute troppo elevate all’interno della sala di controllo per potervi lavorare e sostare a lungo. Solo settanta dipendenti sono rimasti all’interno dell’edificio.
Il 16 marzo verso le 5:45 un dipendente della TEPCO ha scoperto un incendio presso l’angolo nordovest dell’edificio del Reattore 4 mentre trasportava una batteria alla sala di controllo centrale. La TEPCO ha informato dell’incidente i vigili del fuoco e le autorità locali. Tentativi di spegnere l’incendio sono stati ritardati dagli alti livelli di radiazioni nella zona. Durante un’ispezione alle 6:15 gli addetti della TEPCO non hanno trovato segni dell’incendio.
La TEPCO ha comunicato l’esistenza di una piccola – ma non nulla – probabilità che la massa di carburante esposto possa raggiungere la criticità. La BBC ha commentato che questa criticità non può significare una esplosione nucleare, ma potrebbe causare un rilascio prolungato di materiali radioattivi. La criticità è di solito considerata altamente improbabile per il basso livello di arricchimento usato nei reattori ad acqua leggera.
Per reattori 5 e 6 non sono stati riportati danni di alcun tipo, sono monitorati e si continua a verificare la tenuta dei circuiti di refrigerazione.
A partire dal 15 marzo la temperatura del combustibile esausto nelle rispettive vasche è aumentata a causa della loro insufficiente refrigerazione.
Il 19 marzo i tecnici hanno ripristinato il sistema di refrigerazione del combustibile esausto.
In generale la TEPCO ha affermato, nella conferenza stampa di mercoledì 16 Marzo, che erano in corso interventi finalizzati ad allacciare generatori di supporto e riparare i generatori diesel di emergenza per ripristinare l’alimentazione elettrica esterna degli impianti. Si giungerebbe così al ripristino dei sistemi di spray del nocciolo, del raffreddamento RHR e degli ECCS entro i limiti di operabilità, visti i probabili danneggiamenti da parte delle esplosioni dei giorni precedenti. In assenza di ulteriori complicazioni, si prevede che per giovedì 17 marzo i sistemi ausiliari ancora integri rientrino in funzione. In seguito a difficoltà nel ripristino dei sistemi di raffreddamento dei reattori coinvolti e nell’urgenza di doverli refrigerare viene presa la decisione di inondare d’acqua marina l’esterno dei reattori stessi tramite mega-idranti ed elicotteri almeno nei periodi di bassa emissione di radioattività; questa misura di urgenza suscita inizialmente qualche perplessità in virtù del potere corrosivo dell’acqua salata di mare e crea tutta una serie di problemi successivi quali l’inondazione delle parti basse dei reattori e l’impossibilità di tornare ad agire tentando di ripristinare i sistemi elettrici di raffreddamento. Sempre nei giorni a seguire, dopo le esplosioni degli involucri esterni dei reattori, si paventa anche l’idea di cementificare i reattori, misura poi non attuata. La TEPCO, a seguito dell’utilizzo di acqua salata di mare per il raffreddamento, farà comunque sapere che la centrale non rientrerà più in funzione.
Secondo le autorità di sorveglianza francesi (IRSN e ASN), la nube radioattiva sprigionata a più riprese della centrale di Fukushima Dai-ichi arriverà sulla Francia attorno al 26 marzo. Considerata la distanza dovrebbe essere non particolarmente intensa.
Il 21 marzo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che “le radiazioni provocate dal disastrato impianto nucleare di Fukushima ed entrate nella catena alimentare sono più gravi di quanto finora si fosse pensato” e che l’effetto dell’incidente “è molto più grave di quanto chiunque avesse immaginato all’inizio, quando si pensava che si trattasse di un problema limitato a 20-30 chilometri“.[55] Radionuclidi eccedenti i limiti fissati dalla normativa nazionale sono stati rilevati nel latte prodotto nella prefettura di Fukushima e negli spinaci prodotti nelle prefetture di Fukushima, Ibaraki, Tochigi e Gunma.
Il 22 marzo, la TEPCO ha comunicato la presenza di iodio, cesio e cobalto nell’acqua di mare nei pressi del canale di scarico dei reattori 1, 2, 3 e 4. In particolare, si sono rivelati livelli di iodio-131 di 126,7 volte più alti del limite consentito, livelli di cesio-134 di 24,8 volte superiori, quelli del cesio-137 di 16,5 volte e quantitativi non trascurabili di cobalto-58.
Nei giorni successivi i livelli di radioattività in mare hanno superato di oltre 4400 volte i limiti ammessi.

Evacuazione della popolazione

L’11 marzo, a seguito della mancata alimentazione dei sistemi di refrigerazione dell’impianto di Fukushima Dai-ichi, la TEPCO ha dichiarato lo stato di emergenza, questo ha portato le autorità ad evacuare la popolazione residente entro i 3 km dall’impianto, cioè 1000 persone circa.
Nei primi giorni di aprile livelli di radioattività superiori ai limiti legali sono stati ufficialmente ammessi anche fra 30 e 40 km dalla centrale, ma per ora non si è dato corso ad evacuazioni.
Al 13 marzo, la TEPCO ha dichiarato di aver evacuato, in coordinamento con le autorità di governo, la popolazione residente entro un raggio di 20 km dalla Centrale Fukushima Dai-ichi e di 10 km dalla centrale di Fukushima Dai-ni.
Il 15 marzo il premier giapponese Naoto Kan ha dichiarato che la zona di evacuazione attorno alla centrale di Fukushima è stata ampliata a un raggio di 30 km; tra i 20 e i 30km l’abbandono delle case non è obbligatorio ma viene prescritto di non uscire di casa.
In seguito il governo giapponese, dopo aver vietato l’accesso nel raggio di 20 km. attorno alla centrale, ha ordinato l’evacuazione di altre cinque città, site fuori da tale area.
Gli Stati Uniti hanno consigliato ai loro cittadini presenti in Giappone di evacuare un’area di 80 km dalla centrale. L’inviato di RAI NEWS 24 residente a Tokio (250 km di distanza) ha dichiarato di aver ricevuto l’ordine di allontanarsi verso SUD.

Contaminazione della popolazione

Le autorità giapponesi stanno studiando una eventuale contaminazione radioattiva sui 170.000 residenti evacuati dalle zone entro i 20 km dagli impianti di Fukushima Dai-ichi e Fukushima Dai-ni, al 13 marzo nove persone sono risultate contaminate dalle prime analisi. L’agenzia per la sicurezza nucleare ed industriale giapponese, parte del ministero dell’economia, commercio ed industria, ha affermato che delle circa 100 persone evacuate da Futaba, nove risultano esposte a contaminazione, le cui cause sono al momento in ricerca. Delle persone contaminate, una risulta esposta a 18.000 conteggi per minuto (cpm), una seconda fra 30.000 e 36.000 cpm, una terza circa 40.000 cpm. Su una quarta persona sono state inizialmente misurati oltre 100.000 cpm, ma dopo una seconda misurazione (avvenuta a seguito dell’essersi tolto le scarpe) ha riportato le misure poco oltre 40.000 cpm. Sulle altre cinque persone sono state riscontrati livelli di contaminazione molto bassi. Un secondo gruppo di 60 persone, che è stato evacuato dall’ospedale pubblico di Futaba tramite elicotteri, è stato testato per contaminazione; per questi non sono ancora disponibili (alle 16.30 ora locale) i risultati delle analisi ma si presuppone che siano stati contaminati durante l’attesa per essere trasportati via. Altri gruppi di persone evacuate sono state riscontrate negative ai test di contaminazione.
Per prevenire possibili deleteri effetti dagli isotopi di iodio radioattivo, le autorità hanno predisposto la distribuzione di pillole allo ioduro di potassio per saturare la tiroide e prevenire gli effetti di quello radioattivo. Questo permette al corpo di non assimilare lo iodio-131 se si è venuti a contatto con esso.

Contaminazione e vittime fra i lavoratori

Alla data del 14 aprile dei circa 300 lavoratori dell’impianto di Fukushima Dai-ichi, 28 risultano aver ricevuto dosi superiori a 100 mSv nel periodo legato all’emergenza: per nessuno di essi è stato comunque superato il limite di 250 mSv fissato dalle Autorità giapponesi per gli interventi in emergenza. Come noto, tre lavoratori che operavano nell’edificio turbina per la stesura di cavi hanno riportato dosi elevate di radiazioni agli arti inferiori a seguito dell’esposizione all’acqua contaminata raccoltasi nell’edificio. Per due dei suddetti lavoratori è stata stimata una dose compresa tra 2 e 3 Sv alle estremità degli arti inferiori.
Il 3 aprile è stato confermato il ritrovamento dei corpi di due lavoratori che il giorno del terremoto stavano operando presso l’Unità 4 la cui morte non è dovuta agli effetti delle radiazioni ionizzanti.
La IAEA riporta la notizia che il 1° aprile un lavoratore che riparava un malfunzionamento al manicotto dell’acqua su una nave dell’esercito americano, è caduto in acqua; il lavoratore è stato immediatamente soccorso e non ha riportato né ferite né contaminazione esterna dalle prime rilevazioni effettuate; al fine di valutare l’eventuale contaminazione interna lo stesso è stato sottoposto a WBC il cui risultato ha escluso qualsiasi presenza di contaminazione interna.

Conseguenze internazionali

L’incidente nella centrale di Fukushima ha sollevato forti reazioni e polemiche in tutto il mondo inerenti al prosieguo o meno dell’utilizzo dell’energia nucleare (o dei programmi di sviluppo) in varie nazioni. Nelle prime ore successive agli incidenti molti leader mondiali hanno fatto dichiarazioni in proposito.

Germania

Il governo di Angela Merkel ha deciso di sospendere la decisione di prolungare la vita di alcune centrali. Inoltre, i 7 reattori più vecchi, costruiti prima degli anni Ottanta, sono stati immediatamente fermati e sottoposti a una moratoria di tre mesi.

Cina

Nei giorni immediatamente seguenti all’incidente di Fukushima, ha sospeso l’autorizzazione alla realizzazione di 26 nuovi impianti nucleari, per verificare i criteri di sicurezza previsti, e ha deciso di effettuare una revisione straordinaria della sicurezza dei siti già esistenti e funzionanti. Comunque, nelle settimane successive, fonti ufficiali hanno comunicato che le verifiche hanno dato esito positivo, e che la Cina continuerà nella costruzione di centrali nucleari come fonte di energia pulita, e che il programma nucleare non sarà abbandonato per la paura dei rischi connessi.

Svizzera

L’Ufficio Federale per l’Energia ha annunciato la sospensione del nuovo programma nucleare al fine di riesaminare e modificare gli standard di sicurezza. Il 22 marzo, il parlamento cantonale di Argovia ha bocciato la richiesta di socialisti e Verdi di sottoporre alle Camere federali un’iniziativa per l’uscita dal nucleare, proposta in concomitanza degli eventi giapponesi.

Unione europea

Günther Oettinger, commissario all’energia della Commissione europea, da sempre favorevole al nucleare, ha dichiarato il 15 marzo: «dobbiamo anche porci la domanda se, in Europa, in futuro, potremo soddisfare i nostri bisogni energetici senza il nucleare».

Francia

Il presidente Nicolas Sarkozy ha dichiarato di non avere timori perché «le centrali francesi sono le più sicure al mondo».

Stati Uniti

Nonostante le richieste di alcuni esponenti del suo stesso partito, il presidente Barack Obama ha negato che l’incidente giapponese rallenterà la ripresa nucleare americana, aggiungendo che le centrali americane sono sicure.

Italia

Inizialmente il ministro dell’ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha dichiarato che «la linea del governo sul nucleare non cambia». Il 23 marzo però il consiglio dei ministri approva una moratoria di un anno sul programma nucleare italiano. Il 19 aprile 2011 il governo italiano decide di inserire nella moratoria l’abrogazione delle norme che avrebbero previsto la possibilità di realizzazione di centrali nucleari in Italia.

Indonesia

Il governo ha annunciato che, nonostante un elevatissimo rischio sismico, non avrebbe modificato il suo programma nucleare.

Altri Paesi

Altre nazioni hanno annunciato che le vicende giapponesi saranno tenute in considerazione ai fini della sicurezza, ma che il programma nucleare non sarebbe cambiato.
In molti Paesi già dotati di impianti nucleari è stato deciso intanto di rivedere le misure di sicurezza: è il caso dell’India e di Taiwan.
(materiale tratto da wikipedia)

I 7 modi per risparmiare energia e aumentare l'autonomia del vostro portatile


Risparmiare energia e aumentare l'autonomia del vostro notebook liberandolo dalla schiavitù della rete elettrica con qualche piccolo trucco si può! Ecco 7 consigli per non essere più schiavi della batteria ottimizzando l'efficienza energetica del vostro laptop in modo che non vi "abbandoni" dopo qualche ora proprio sul "più bello".


1) OTTENERE UNA BATTERIA DI RISERVA
Un "must" per eccellenza è avere sempre a portata di mano una batteria di riserva in modo da essere sicuri di non rimanere mai senza energia quando ne avete bisogno. Questa non deve essere necessariamente una seconda batteria originaria del vostro portatile - anche se potrebbe essere la soluzione migliore in quanto funzionerebbe perfettamente, - ma una batteria di back-up può essere anche un piccolo accumulatore di energia portatile per ricaricare la batteria del portatile quando inizia a scarseggiare. Una possibilità è la PowerGorilla Laptop Charger, ovvero un caricabatterie portatile che garantisce 2-5 ore di autonomia, in base alle caratteristiche del portatile.



2. CARICABATTERIE SOLARE

Solar_gorillaAncora meglio sarebbe utilizzare un caricabatteria ad energia solare, per avere sempre potenza, ovunque e sempre sotto il sole! Questi dispositivi offrono un ottimo modo per prolungare la durata della batteria del vostro portatile utilizzando fonti rinnovabili ad energia pulita. Ovviamente non è possibile utilizzare solamente energia solare per ricaricare il vostro notebook, ma questi dispositivi vi permettono di ricaricare le batterie anche a PC spento migliorandone le prestazioni. In commercio ne esistono ormai di diversi tipi. Tra questi, acquistabile online ecollegato al Power Gorilla Laptop Charter presentato al punto di sopra, da segnalare il SolarGorilla Laptop Charger. Questo caricabatteria ad energia solarefunziona tramite due pannelli solari che generano corrente elettrica quando vengono esposti alla luce. Il LED verde sul dispositivo indica la forza di carica -più è l'intensità degli UV migliore sarà il funzionamento!
SolarRollMentre uno dei migliori a livello di prestazioni si è dimostrato il Solar Rulls, disponibile in tre formati, a seconda delle necessità di uscita. Il rullo ha una potenza di 14 watt, dunque è in grado di fornire una carica completa da 5 a 10 ore, a seconda della qualità della luce solare, addirittura i rotoli possono essere collegati tra loro per ottenere maggiore energia di uscita. Il SolarRolls, come dice il nome, si arrotola, il che lo rende molto facile da portare in giro. E la sua impermeabilità lo rende ancora più sicuro. Purtroppo il prezzo è abbastanza alto, varia dai da 295 a 655 dollari a seconda delle dimensioni.

3. ISTALLARE UN SISTEMA OPERATIVO AD EFFICIENZA ENERGETICA

Un espediente per risparmiare l'energia delle batteriedel vostro affezionatissimo notebook/netbook è quello di installare un Sistema Operativo ad alta efficienza energetica. Uno di questi è ad esempio Windows 7 di cui una delle peculiarità è quella di essere da questo punto di vista più efficiente rispetto agli altri. Ed in effetti Windows 7 ha dimostrato una durata della batteria dell'11% in piùrispetto ai precedenti grazie ad un Software che permette all'avvio di lanciare meno applicazioni, inoltre il caricamento dei driver delle periferiche da installare avviene contemporaneamente invece che uno alla volta. Anche i dispositivi Wireless sono gestiti in modo migliore e la CPU riesce a funzionare ad una frequenza più bassa rimanendo più a lungo inattiva. Il software è ancora in pre-Beta, quindi molti miglioramenti possono ancora essere sperimentati per renderlo più efficiente E se non ci credete date un occhiata a questo video:
Ovviamente anche Apple, risultata tra le aziende che si è impegnata maggiormente sul fronte ambientale anche nell'ultima classifica di Greenpeace, non è rimasta a guardare e ha dato la sua risposta con il sistema operativo Snow Leopard che potrebbe aiutare a ridurre il consumo energetico di circa il 10%, nonché a risparmiare denaro.

4. SETTARE IL LAPTOP SULL'OPZIONE "EFFICIENZA ENERGETICA" 

Ci sono poi degli accorgimenti che dovrete adottare sul vostro portatile e che vi garantiranno una durata maggiore della batteria. In primo luogo disabilitare lo screen saver. Questo può sembrare strano, ma lo screen saver in realtà non fa risparmiare energia, anzi mantiene il computer sempre a pieno regime.
Successivamente selezionare le opzioni di risparmio energia, impostare il computer in modalità standby dopo 15 minuti, e lo spegnimento del monitor e disch irigidi dopo 5 minuti.
Anche per il Mac ovviamente valgono le stesse regole.
5 NAVIGARE CON BROWSER AD ENERGY EFFICIENT
    browserUn studio comparso su downloadsquad condotto daAnandTech ha mostrato che alcuni browser per navigare in internet sono più efficienti rispetto ad altri se si vuole preservare la batteria del proprio laptop. L'indagine ha rilevato che IE8 batte, relativamente ad efficienza energetica con una durata di 5-10minuti in più, Chrome, Firefox e Opera mentre Safari di quasi mezz'ora.
    Naturalmente, tutto questo è lontano dall'essere uno studio scientifico e dipende da una serie di fattori. Comunque nel complesso, a parte Safari che è la scelta peggiore come browser per la durata della batteria, sotto Windows, in linea di massima, gli altri browser incidono allo stesso modo relativamente al risparmio energetico.
    6 APPLICAZIONI CHE SALVANO ENERGIA

      E se ci dimentichiamo il nostro laptop accesso? Nessun problema, ci sono un infinità di programmi che aiutano a mantenere le funzioni del portatile sempre alla sua maggiore efficienza energetica. Di seguito un elenco dei migliori selezionati dal Web:

      Software specifico per Mac, consente di spegnere automaticamente il vostro MacBooking in un momento predeterminato in modo che l'uso di alimentazione phantom verrà eliminato.
      Questo programma è invece adatto agli utenti che vogliono qualcosa di super-easy: spenge automaticamente il vostro computer! È possibile scegliere di far arrestare il computer dopo un determinato periodo di inattività o in un determinato momento programmato.
      Come i programmi precedenti, questo software si concentra sull'arresto del pc, log off, modalità di ibernazione e così via. Ma è più interessante in quanto, prima dello spegnimento, avvia la pulizia del computer eliminando eventualmente anche i File Temporanei e svuotando il Cestino, permettendo, così un prossimo Avvio decisamente più fluido.
      Questo SW è per gli utenti di Windows Vista, consente di modificare le impostazioni di Vista per massimizzare l'efficienza di un PC. Permette inoltre di calcolare il dispendio di energia e ancor meglio di emissioni di anidride carbonica del vostro computer!
      Software decisamente eco-friendly, molto leggero che gestisce la potenza del vostro computer quando è inattivo garantendo un risparmio energetico e riducendo l'emissioni di CO2 rilasciate nell'atmosfera.
      Questo è uno dei più divertenti ovviamente gratuito. Come gli altri appena descritti è possibile pianificare lo spegnimento ed è possibile decidere quali azioni intraprendere sulla base di un dispositivo di scorrimento "efficienza", con il quale è possibile scegliere la modalità di risparmio energetico che si desidera raggiungere. È anche possibile vedere i vostri risparmi e le riduzioni delle emissioni di CO2, e competere con altri utenti. 

      7. PICCOLE ABITUDINI DA ADOTTARE

      Dopo essersi procurati una batteria di ricambio, un caricabatteria ad energia solare, installato sistemi operativi adeguati e browser eco-friendly, è necessario adottare piccoli accorgimenti che ci aiuteranno a far diventare veramente green il nostro affezionatissimo notebook.
      Ad esempio diminuire la luminosità dello schermo, per quanto possibile senza affaticare gli occhi, spegnere il computer durante la notte, evitare di utilizzare il laptop sulle ginocchia in quanto ne provoca un surriscaldamento (la cosa migliore sarebbe lasciar almeno qualche cm tra la superficie di appoggio e il portatile), collegare tutti i componenti sua una sola presa di alimentazione in modo da spengere tutto quando non sono in uso, staccare il caricabatteria quando il portatile è spento.
      E naturalmente un vero consiglio è quello di usare il vostro portatile solo effettivamente quando ne avete bisogno, magari uscire e godere del mondo "reale" senza di lui, questo si che vi farà risparmiare e durare di più la vostra batteria!
      Gloria Mastrantonio


      Tratto Integralmente da : www.greenme.it




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