Quattro milioni novecentodiecimila e duecento è il numero di persone senza lavoro in questo momento in Spagna. Secondo i dati ufficiali, la percentuale di disoccupazione nel Paese é del 20,9 %. E tra i giovani arriva al 40%, un dato piú alto di quello tunisino.
La Spagna è uno dei Paesi europei in cui la crisi ha colpito più a fondo. Il mercato dell'edilizia aveva garantito al paese iberico la possibilità di creare posti di lavoro a gran velocità e di arrivare a rappresentare la "speranza europea" di molti giovani stranieri, tra cui quasi 200.000 gli italiani. Il settore terziario era una gloria nazionale, e il termine "mileurista", con cui si indica chi guadagna meno di mille euro mensili, era riservato a chi non aveva una preparazione tale da sfondare nel mondo del lavoro. Molti giovani hanno abbandonato gli studi e hanno riempito i cantieri che spuntavano come funghi all'inizio del nuovo millenio.
Ma con l'arrivo della crisi finanziaria, il "mileurismo" è diventato il sogno di una generazione. Milioni di persone sono state costrette alla disoccupazione, e l' esplosione della bolla immobiliare ha creato scenari urbani da città fantasma, come nel caso delle centinaia di case sfitte che formano Seseña, nella provincia di Madrid.
Le misure adottate da Zapatero e dettate a tavolino dai mercati internazionali di fronte alla minaccia dell'intervento economico non hanno fatto che aumentare il malessere sociale. La politica di un partito di governo poco lungimirante e di un'opposizione senza idee né carisma ha fatto perdere la fiducia nella politica ai cittadini spagnoli. Come sottolineava uno dei creatori del Centro di Investigazione Sociologica in una dichiarazione al quotidiano Público, "non si é mai vista una situazione come la presente in termini di perdita di fiducia. I cittadini ormai non credono piú né nei partiti né nei sindacati. Hanno chiaro che non gli risolvono i problemi". Secondo i dati pubblicati nell' ultima settimana da questo centro, il 57, 6% degli spagnoli é convinto che la situazione politica del Paese é peggiorata nell' ultimo anno, e non migliorerà. E questo pessimismo dilaga anche in ambito politico, dove il 35,6 % degli intervistati non vede nessun progresso positvo. Di fronte a questo scenario, nel giorno della festa dei lavoratori, i cittadini spagnoli si chiedono: perchè non reagiamo?
Reagire...e perché?Ma con l'arrivo della crisi finanziaria, il "mileurismo" è diventato il sogno di una generazione. Milioni di persone sono state costrette alla disoccupazione, e l' esplosione della bolla immobiliare ha creato scenari urbani da città fantasma, come nel caso delle centinaia di case sfitte che formano Seseña, nella provincia di Madrid.
Le misure adottate da Zapatero e dettate a tavolino dai mercati internazionali di fronte alla minaccia dell'intervento economico non hanno fatto che aumentare il malessere sociale. La politica di un partito di governo poco lungimirante e di un'opposizione senza idee né carisma ha fatto perdere la fiducia nella politica ai cittadini spagnoli. Come sottolineava uno dei creatori del Centro di Investigazione Sociologica in una dichiarazione al quotidiano Público, "non si é mai vista una situazione come la presente in termini di perdita di fiducia. I cittadini ormai non credono piú né nei partiti né nei sindacati. Hanno chiaro che non gli risolvono i problemi". Secondo i dati pubblicati nell' ultima settimana da questo centro, il 57, 6% degli spagnoli é convinto che la situazione politica del Paese é peggiorata nell' ultimo anno, e non migliorerà. E questo pessimismo dilaga anche in ambito politico, dove il 35,6 % degli intervistati non vede nessun progresso positvo. Di fronte a questo scenario, nel giorno della festa dei lavoratori, i cittadini spagnoli si chiedono: perchè non reagiamo?
Indignez - vous del francese Hessel Stéphane è già considerato il fenomeno editoriale dell' anno, ed è praticamente introvabile nelle librerie spagnole. Ma l'indignazione sembra non volersi alzare dal divano. "Ribellarsi? E perché? so che ho il diritto di farlo, ma so anche che non serve a niente", commenta Nadia, una trantacinquenne di Madrid che é senza lavoro da quasi un anno. E il nulla di fatto delle proteste francesi e greche non aiuta a diluire la sensazione di impotenza. El miedo, la paura di un futuro ancora perggiore e il timore di perdere lo stato di benessere, è sottolineata come una delle possibili causa dell' apatia sociale da molte delle analisi che hanno invaso la rete per riflettere sull' argomento in occasione della festa dei lavoratori.
Qualcosa si muove.
Molti alzano la voce, ma pochi sono quelli che decidono di reagire. Anche se, grazie all'aumento della diffusione delle reti sociali nel Paese, i nuovi movimenti sociali di base sembrano aver trovato un canale in cui concentrare le loro inizative. Sotto il lemma "Democrazia reale adesso" (www.democraciarealya.es), "i disoccupati, i mal pagati, gli sfruttati, i precari, i giovani", come si dichiarano i membri di questo collettivo, vogliono "un cambio e un futuro degni". Con l' idea comune di non voler essere "merce nelle mani dei politici e dei banchieri", da questa piattaforma si sta cercando di raggruppare il malcontento di tutto un Paese. Nato dalla coordinazione civica di vari movimenti della piú variata provenienza politica, ora ha trovato nel Web una via per diffondere il proprio messaggio e convocare una manifestazione nazionale per il 15 Maggio.
La rabbia, il malcontento e la disillusione spagnoli mancano a volte tanto di obiettivo come di antidoto a livello politico. Lo riassumono bene i membri di un altro collettivo che ha fatto sentire la propria voce soprattutto sul web. Gli organizzatori del discusso gruppo "No les votes" (non votarli) sono convinti che tutti i principali partiti presentino gli stessi difetti e la stessa assenza di soluzioni alla crisi che sta affossando il Paese. Gli organizzatori della web che ne raccoglie la proposta, nolesvotes.com, valorata positivamente da 46000 utenti di Facebook e postato su Twitter quasi diecimila volte, dichiarano di non pretendere "che si voti per uno o per un altro partito, ma piuttosto che ci si informi, per scoprire che ci sono altre alternative. La democrazia non la fanno i partiti, ma i cittadini".
L' indignazione si fa TT
Pochi giorni fa, un Trending Topic di Twitter ha smosso le acque. Sinpreguntasnocobertura (letteralmente "senza domande non c'é copetura") fa riferimento alle conferenze stampa che molti politici concedono senza permettere le domande dei giornalisti. Nata dal blog del giornalista e professore universitario Antón Losada, l' idea consiste nel fatto che i mezzi di comunicazione smettano di presenziare e dar testimonianza a quelli che terminano per essere dei monologhi dei rappresentanti politici. I media hanno sottoscritto in massa l' inizativa, e molti politici hanno lanciato i loro tuit promettendo aderirvi. Molti degli utenti della rete sociale che hanno rilanciato il messaggio, vedono negli effetti che ha scaturito l' idea un primo e timido passo verso la rete sociale che cambia la societá. In attesa del 15 di maggio.