22 maggio 2011

KYMATICA Film documentario sottotitolato in Italiano

Film di Ben Stewart autore di Esoteric Agenda.
Questo film è fatto da un gruppo alternativo di antropologi, psicologi e scienziati che non sono in linea completamente con la scienza ufficiale ma ne utilizzano alcune informazioni da cui traggono una serie di conclusioni interessanti ed altamente suggestive ed innovative.



detersivo per lavastoviglie fatto in casa e totalmente ecologico



Ingredienti: 200 gr sale grosso, 100 gr acetobianco, 400 gr acqua, 3 limoni con buccia tagliati a pezzetti.
Preparazione: mettere i limoni e il sale nel frullatore (tritare) per 20 sec. Mettere sul fuoco e aggiungere l’acqua e l’aceto, far bollire per circa 15 min. sbattendo con una frusta. Conservare in barattolo di vetro.
Utilizzare in alternativa al frullatore il mixer ad immersione 
Testato e funzionante al 100 %
Dosi: due cucchiai nella vaschetta della lavastoviglie o quanto basta sulla spugna per lavaggi a mano.
Il brillantante può essere sostituito con l’aceto e il sale per lavastoviglie con sale grosso da cucina.

SU GANASCE TREMONTI PASSI DA PAROLE A FATTI


Don Riccardo, i ragazzi confermano: "Droga e incontri anche in Chiesa"

Don Riccardo, i ragazzi confermano: "Droga e incontri anche in Chiesa"

I ragazzi contro don Seppia. Le accuse arrivano dai giovani identificati come vittime di don Riccardo Seppia, il parroco della chiesa del Santo Spirito di Sestri Ponente, a Genova arrestato per violenza sessuale su minore e cessione di droga. "Sono andato da lui perché mi fidavo, era un prete". E' solo una delle tante testimonianze di un ragazzino appena 15enne sentito ieri in procura a Genova. Molti altri continueranno ad essere ascoltati in una località segreta dai carabinieri , aiutati da un équipe di psicologi.
Il chierichetto sedicenne che sarebbe stato baciato dal sacerdote e per cui questi è indagato per violenza aggravata su minore avrebbe raccontato diversamente quanto desunto dagli sms intercettati durante la prima fase dell'inchiesta. Il ragazzo avrebbe riferito di non essere stato baciato ma bensì palpeggiato dal parroco. Don Seppia, invece, aveva inviato un messaggio ad un confidente, un ex seminarista della zona, sostenendo di essere giunto a baciare sulla bocca il giovane, ma lo avrebbe fatto per millanteria.
Altri tre giovani, adescati da un pusher, un maghrebino soprannominato Frankie, e portati a don Seppia "su ordinazione" avrebbero invece ammesso di avere consumato cocaina con il sacerdote e, in alcuni casi, di avere subito approcci sessuali. Gli inquirenti si appellano alla delicattezza dell'inchiesta e attendono sviluppi che potrebbero arrivare proprio dalle dichiarazioni dei ragazzi e da quelle dello stesso don Seppia che, attraverso il suo avvocato Paolo Bonanni si è detto disposto a collaborare e farsi interrogare dal pm Stefano Puppo, titolare dell'inchiesta. Gli interrogatori sono stati effettuati a Genova da militari del Nas di Milano. Altri interrogatori di ragazzi che avrebbero avuto rapprti con don Seppia sono stati effettuati a Milano.



IN CARCERE RAFFICA DI INSULTI - "Infame", "Bastardo", "Vergogna", "Pedofilo". Sono solo alcuni degli insulti che echeggiano nei corridoi e nei saloni del carcere di Marassi dove e' rinchiuso, in cella di isolamento, don Riccardo Seppia, il parroco genovese accusato di violenza sessuale su minore e cessione di stupefacenti. I detenuti di Marassi hanno incessantemente rivolto improperi e minacce al sacerdote il quale, secondo quanto appreso dalla polizia penitenziaria, dimostrerbbe di essere molto tranquillo.
LE TAPPE DELLA VICENDA -. Venerdi' 15 maggio, alle 21, il parroco della chiesa di Santo Spirito di Sestri Ponente, a Genova, don Riccardo Seppia, 51 anni, viene raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip del tribunale di Milano Maria Vicidomini. Due le ipotesi di reato: violenza sessuale su minore aggravata dal fatto che la vittima gli era stata affidata dai genitori e dal fatto che vestiva un abito talare; cessione di sostanze stupefacenti. L'atto gli e' notificato dai carabinieri del Nas di Milano che, da otto mesi, erano impegnati in un'intensa attivita' sui rapporti illeciti intrattenuti dal parroco con spacciatori, ragazzini, frequentatori di ambienti omosessuali genovesi e milanesi. L'indagine aveva preso le mosse proprio da Milano, dove i militari del Nas indagavano su un giro di sostanze dopanti vendute illecitamente in alcune palestre. Le intercettazioni telefoniche li avevano messi sulle tracce del sacerdote genovese.
Don Riccardo Seppia dalla notte di venerdi' è rinchiuso in una cella di isolamento del carcere di Marassi dove viene bersagliato dagli insitenti insulti degli altri detenuti. Quella stessa notte sono state perquisite la sua abitazione, da cui sono stati sequestrati tre computer, e quelle di un ex seminarista della zona di Sestri Ponente, suo confidente e di un commerciante di vestiti che con il parroco avrebbe condiviso il vizio della cocaina. Secondo quanto emerso dall'ordinanza di custodia cautelare il parroco avrebbe abusato di un chierichetto sedicenne che attirava in parrocchia quando era da solo. Non solo: il parroco si avvaleva di un "procacciatore" di ragazzini, un pusher maghrebino che contattava chiedendo che gli portasse dei ragazzini, a cui avrebbe ceduto stupefacenti in cambio di favori sessuali. Le trame dei rapporti del sacerdote sono state ricostruite attraverso sms e telefonate intercettate per mesi. Lunedi' don Seppia ha sostenuto in rogatoria a Genova l'interrogatorio di garanzia, condotto dal gip Annalisa Giacalone. In accordo con il difensore, l'avvocato Paolo Bonanni, si e' avvalso della facolta' di non rispondere dichiarando tuttavia di essere disponibile a collaborare con il pm genovese Stefano Puppo che conduce le indagini nel capoluogo ligure.

Morta bimba dimenticata in auto


Bimba dimenticata in auto: Elena e' morta, donati organi

Medici, da genitori gesto grande generosita'


(ANSA) - ANCONA, 22 MAG - La piccola Elena Petrizzi e' morta.

Lo ha reso noto la Direzione sanitaria del presidio materno-infantile Salesi di Ancona. La dichiarazione di morte cerebrale e' stata fatta alle 17; il periodo di osservazione di sei ore, seguito dalla competente commissione medico legale, e' terminato alle 23. Poi la dichiarazione di decesso. I genitori hanno autorizzato il prelievo di organi. ''Un gesto di grande generosita''' hanno commentato i medici, apparsi molto provati.

''In 23 anni di trapiantologia - ha detto una dottoressa - non avevo mai visto una bambina cosi' piccola. E' stata molto dura anche per noi''. (ANSA).

book bloc Italiani a Madrid

I book bloc italiani a Madrid

Come per la Carovana Uniti per la libertà di studenti e precari in Tunisia e per il diario dal Cairo dei radiodervish, XL lascia la parola ai protagonisti. Ecco un filmato e un racconto da Porta del Sol di due studenti di Unicommon, come dire i book bloc italiani…
da Porta del Sol
Alcuni studenti italiani  di UniCommon hanno raggiunto Madrid per vivere e raccontare l’esperienza della Puerta del Sol occupada nonostante e contro i divieti della polizia. Alcuni giorni per condividere le mobilitazioni assieme agli studenti di Juventud sin Futuro che hanno partecipato la scorsa settimana all’happening euromediterraneo “La rivolta di una generazione” tenutosi a Roma, un modo per sperimentare e costruire assieme mobilitazioni, esperienza comune, pratiche di conflitto contro la crisi all’interno dello spazio euromediterraneo. Dopo Londra e la Tunisia, siamo andati a Madrid!
su unicommon.org diretta su Twitter minuto per minuto, interviste video e audio in diretta dalla piazza a cura di Unicommon e Juventud Sin Futuro
  • Diario dalla Comune di Madrid – delegazione di UniCommon
Quando siamo arrivati alle 23 di ieri (venerdì 20 maggio) mancava un’ora alla dichiarazione da parte della giunta elettorale che sentenziava sulll’illegalità del presidio di Puerta del Sol e su un eventuale sgombero. Un’illegalità che si è imposta, facendo sì che la piazza ottenesse un sostegno forte dalla società civile e infine il diritto di restare.
Verso l’una abbiamo provato ad avvicinarci: impossibile. Un fiume di persone tutte differenti fra loro (studenti, laureati, lavoratori, pensionati, precari, artisti, volontari e anche turisti) si districava in una piazza in cui era impossibile muoversi.
Decidiamo di andare a vedere le piazze intorno, e ovunque ci imbattiamo in assemblee spontanee, comitati organizzativi e riunioni studentesche che davano vita a discussioni partecipatissime e infinite. Solo alle quattro di notte siamo riusciti ad entrare nel cuore di piazza di Puerta del Sol, quando si erano creati piccoli corridoi che consentivano il passaggio all’interno della piazza.
Lo scenario davanti ai nostri occhi si presentava come un potente caos esploso nelle più diverse forme espressive: dalle centinaia di striscioni che pendevano dalle impalcature dei palazzi antichi a sette piani tanti slogan bombardavano la piazza. Esto no es un botellón (“questa non è la festa di paese”), Madrid sera la tumba del neoliberismo, European people rise up, Democracia real… Sulle pareti dei palazzi  migliaia e migliaia di stick e cartelli, pensieri singoli e individuali che assumevano un nuovo significato perchè condivisi. Una vera e propria giungla espressiva. Camminando all’interno della piazza sembra di essere in una casbah in cui si mescolano, nel paradosso di un misto di caoticità e organicità, canti, cori, assemblee, dibattiti, concerti, punti di ristoro e così via.
Tutto questo accade davanti al palazzo del governo regionale, il cuore geografico e ora politico della Spagna. Un piazza negata da sempre per qualunque sit-in, un luogo da sempre off limits per qualunque manifestazione, un simbolo del potere che oggi è nei fatti completamente rovesciato, ri-significato, ridefinito dalle lotte. Viene chiamato il chilometro zero, il punto da cui si parte in ogni direzione per raggiungere qualunque città del paese.
Un altro paradosso di questa piazza è il fatto che continua ad autodefinirsi “non politica” senza rendersi conto dell’enorme potenziale politico che porta in sé. O forse codificandolo in modo nuovo, diverso, anche contraddittorio. Tutte le organizzazioni, i collettivi, i partiti e i sindacati sono stati schiacciati da questa eccezionale ondata di mobilitazione e spesso vengono messi all’angolo da questa richiesta di democrazia reale che parte dal basso e che rifiuta qualsiasi forma di organizzazione che non sia la propria, sempre caotica ma, al momento, efficace. E’ spiazzante, eppure sembra quasi che più che raggiungere una decisione, una sintesi, un obiettivo chiaro il senso vero e profondo delle assemblee sia quello di costruire, dal nulla o quasi, nuovi spazi di espressione e democrazia, percepirsi come parte di una complessità che può riprendersi il diritto a decidere.
Sembra di vivere di un ecosistema che si nutre, vive e si riproduce esclusivamente al proprio interno, senza contaminazioni se non quelle dei singoli che in tanti e tanti cominciano a farne parte. I social network acquistano un senso nuovo in questo contesto: le notizie arrivano nell’immediato e spostano nello stesso tempo i corpi di chi raccoglie l’invito. Manifestazioni, assemblee, bisogni e necessità organizzative, sensazioni e desideri, emozioni provate: tutto questo potete trovare su twitter e su facebook, social network connessi con la realtà concreta in maniera eccezionale.
É la lezione che noi europei abbiamo imparato dalle rivolte del nordafrica, anche se non stiamo parlando della stessa cosa fino in fondo, non è quel seme, non c’è quella rabbia che è esplosa nelle rivolte egiziane, tunisine e libiche. Eppure dire no al conformismo nella Spagna della crisi del mito della “Spagna fashion” significa fare i conti con la fine di un’utopia, e dunque la necessità di fare i conti oggi con i propri sogni e desideri espropriati. E’ questa la prima sensazione che percepiamo appena arrivati in piazza, leggendo i cartelli, guardando la cura con cui accudiscono ogni spazio di un enorme piazza piena di decine e decine migliaia di persone. Quasi avesseo paura di non essere presi sul serio, e convinti al tempo stesso in maniera radicale e vera delle ragioni che il movimento porta in piazza: un’indignazione che ribalta la logica descrittiva dei giornali dicendo “non siamo anti-sistema, è il sitema che è contro di noi”.
Gli Indignados spagnoli stanno contagiando l’Europa, perché è di Europa che si parla, della sua crisi economica e sociale, di un modello che sembra esaurirsi dopo un decennio di vita. Gli Indignados parlano di libertà. Il ‘68 italiano e francese era un movimento politico, ma anche qui oggi si può parlare di una genesi dei movimenti politici spagnoli. Saperli connettere su un piano euromediterraneo è la scommessa che si presenta oggi davanti a noi.
Piazza di Puerta del Sol applica un modello debole di resistenza che si rivela essere efficace: per quanto tempo ancora 40000 persone affolleranno questa piazza? Per quanto tempo ancora pensionati e studenti puliranno una piazza che non è mai stata del popolo ma del turismo e dello shopping? Queste sono domande che oggi non hanno risposta. La certezza è quella di una scommessa politica nuova che contagia il nostro pensiero, è la costruzione di un comune che vive in queste giornate le possibilità di un’alternativa.
Alioscia Castronovo e Roberto Cipriano – UniCommon in viaggio a Madrid

non si ferma l’onda degli “indignados”


Spagna, non si ferma l’onda degli “indignados”


Madrid - Dilaga inarrestabile in Spagna il movimento dei giovaniindignados, che, sfidando il divieto imposto dalla Commissione elettorale centrale, hanno mobilitato nella notte decine di migliaia di persone nelle piazze di tutto il Paese, costringendo il governo del premier socialista, José Luis Zapatero , a rinunciare all’uso della forza per farli sloggiare alla vigilia delle elezioni amministrative e regionali.
Puerta del Sol, a Madrid, cuore e avanguardia del movimento `Democracia Real Ya  e del `15 M´, 25 mila persone a mezzanotte e un minuto di sabato hanno partecipato a un «urlo silenzioso» contro divieti e censure.
L’accampamento della piazza del `Chilometro Zero´ di Spagna non è stato smantellato, anzi oggi ha continuato a consolidarsi, in un moltiplicarsi di attività e assemblee. I giovani “Indignados” - ispirati all’appello «Indignatevi!» dell’anziano ex resistente francese Stephane Hessel - hanno organizzato oggi una “Maratona della parola” sulla riforma della società spagnola.
I giovani - e tanti meno giovani - in piazza da sei giorni denunciano la corruzione, la «collusione» fra politici e banchieri, il bipartitismo «tossico» socialisti-popolari (Psoe-Pp), la disoccupazione dilagante (al 44% fra i meno di 25 anni), l’assenza di prospettive di un futuro decente.
Il movimento si espande a macchia d’olio. In tutta la Spagna in decine di città le piazze sono presidiate dagli indignados. A Barcellona quasi 10 mila in Plaza Catalunya, ribattezzata Plaza Tahrir, come la piazza-simbolo del Cairo. Sono occupate le piazze centrali di Valencia, Granada, Cordoba, Bilbao, Santiago, Saragozza, Caceres, e di molti altri centri più piccoli.
Sociologi e politicologi, presi di sorpresa - come tutta la classe politica - da un movimento spontaneo, senza leader, autoconvocatosi su internet, portato dal rifiuto di una società del benessere da cui molti si sentono esclusi, continuamente irrigato dalle reti sociali, fanno paralleli con il Sessantotto francese, con la Primavera araba, ma non riescono a prevedere fin dove arriverà e che conseguenze avrà.
La rivolta spagnola, che ora inizia a piantare radici anche all’estero - ci sono state concentrazioni di «indignati» in Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Belgio, Austria, Portogallo, ma anche a New York, Bogotà Buenos Aires, Città del Messico - evidenzia, confermano, una spaccatura fra la politica e una parte importante della popolazione. Un «vizio di funzionamento» della democrazia del XXI secolo. L’impatto che l’esplosione della rivolta dei giovani potrà avere domani sulle urne è una incognita.
I sondaggi, realizzati prima dell’irruzione degli indignados sulla scena pubblica, davano il Psoe di Zapatero vicino al tracollo, e alla perdita di grandi feudi tradizionali, come la Castiglia-La Mancia e l’Estremadura, la seconda città del Paese, Barcellona, e la quarta, Siviglia. Prevedevano uno «tsunami» azzurro, come il colore del Partido Popular (Pp) di Mariano Rajoy, sul Paese. Un grande segnale di allarme, insomma, per i socialisti a 10 mesi dalle cruciali politiche di marzo 2012.
Puerta del Sol, 21 maggio 2011:
La sfida al divieto:
Fonte :: ilsecoloxix.it

    LE LOCALITÀ PROSSIME ALL'EPICENTRO SONO LA CITTÀ CAPOLUOGO, PIZZOLI E FOSSA

    Scossa di terremoto, paura a L'Aquila

    Di magnitudo 3.2, è stata registrata alle 21,17. Decine di telefonate ai pompieri. Nessun danno a persone o cose

    MILANO - Paura a L'Aquila. Una scossa di terremoto è stato avvertita dalla popolazione sabato sera. Secondo i rilievi registrati dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l'evento sismico si è verificato alle 21,17 con una magnitudo di 3.2 e a una profondità di quasi nove chilometri. In particolare le località prossime all'epicentro sono L'Aquila, Pizzoli e Fossa. Decine di telefonate sono arrivate ai centralini dei vigili del fuoco ma dalle prime verifiche, effettuate dalla «Sala Situazione Italia» del Dipartimento della Protezione Civile, non risultano danni a persone o a cose.

    Islanda, si risveglia il vulcano No fly zone per 216 km


    Islanda, si risveglia il vulcano Grimsvotn

    È situato sul più grande ghiacciaio d'Europa. No fly zone per 216 km

    MILANO - È situato sul più grande ghiacciaio dell'Europa e ha cominciato ad eruttare il vulcano Grimsvotn, scagliando verso il cielo una colonna di fumo bianco alta circa 15 chilometri. Lo ha reso noto il servizio meteorologico islandese. Il Grimsvotn è situato nel sudest dell'isola, sul ghiacciaio Vatnajokull, una regione disabitata. Secondo i ricercatori non dovrebbe ripetersi il disastro dell'aprile 2010 quando il vulanco Eyjafjallajokull paralizzo i cieli dell'emisfero settentrionale. (AGI) Gis Secondo i geologi l'eruzione non dovrebbe causare problemi al traffico aereo, contrariamente a quanto accadde l'anno scorso, in aprile, quando il vulcano Eyjafjallajokul paralizzò per settimane gli spostamenti ad alta quota in più di mezza Europa con le sue ceneri. In realtà le autorità islandesi hanno già decretato un'iniziale no fly zone di 216 km di raggio intorno al vulcano. L'ultima attività eruttiva del Grimsvotn risale al 2004.
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